STORIA DEI VENETI /2 - La cristianizzazione dei Veneti
La costituzione della X Regio in età imperiale coincide storicamente con l'inizio dell'Era Cristiana e la patria veneta fu terra di prima Evangelizzazione, grazie alla missione dell'evangelista san Marco e all'ordinazione di due vescovi da parte di san Pietro Apostolo. La fede cristiana imprimerà perpetuamente il carattere del popolo veneto.

II LEZIONE
PRIMA PARTE - La cristianizzazione dei veneti (secoli I – IV)
La prima definizione amministrativa ufficiale del territorio della patria veneta avvenne nel 7 dopo Cristo con l'istituzione della "X Regio Venetia et Histria" da parte dell'Imperatore Cesare Augusto. La capitale fu fissata ad Aquileia, città di fondazione romana che in quell'epoca era una delle più grandi di tutto l'Impero. Tale suddivisione territoriale rimarrà in vigore fino alla caduta della parte occidentale dell'Impero Romano, nel 476 d.C., ma va ribadito quello che molti storici non danno affatto per scontato: pur se sottoposti alla giurisdizione romana, gli abitanti della Venetia erano sempre i Veneti e non smisero di essere tali per il fatto di essere sottoposti a un ordinamento giuridico sovrano che aveva altrove il suo centro di potere, nello stesso modo in cui erano sempre i Veneti ad abitare - come vedremo - la medievale Marca Veronese sotto il Sacro Romano Impero, o lo Stato da Tera della Repubblica Serenissima tra il 1404 e il 1797; così come oggi non smettiamo di essere quel popolo per il solo fatto di essere integrati nella Repubblica Italiana. Questa specificazione è necessaria per ribadire che sono strumentali ed ideologiche le posizioni storiche di chi pretenderebbe di concludere la "Storia dei Veneti" con l'integrazione nella civiltà romana antica, ed è l'asse portante di tutto il lavoro che qui verrà proposto: i Veneti hanno abitato la loro terra ininterrottamente per 3 millenni tra alterne fortune e vicende, venendo talora associati, altre volte dominati o sottomessi, tornando lungamente indipendenti, venendo di nuovo conquistati, poi di nuovo brevemente liberi, poi di nuovo sottomessi, infine ancora associati; ma sempre mantennero, e tuttora mantengono, una chiara riconoscibilità testimoniata da mentalità, usi e costumi, lingua, cultura, tradizioni, fede religiosa, eredità territoriale comune.
Fatta la doverosa premessa, passiamo ad esaminare un passaggio fondamentale della Storia dei Veneti: l’evangelizzazione e la conversione del popolo al cristianesimo, avvenuta nell’epoca imperiale romana e ribadita con forza durante le invasioni barbariche seguite alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Vedremo le tappe salienti di questo processo, tenendo sullo sfondo la Storia dell’Impero Romano e del nuovo ordine politico seguito al crollo della sua parte occidentale.
Secondo le fonti storiche cristiane (la Bibbia innanzitutto, dove Marco è espressamente menzionato da san Paolo, e poi in particolare l’Historia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, assieme ad altre tradizioni) san Marco giunse a Roma quando era Imperatore Nerone e fu al servizio sia di san Paolo che di san Pietro, del quale fu segretario e, per questo, l’estensore per suo conto del primo Vangelo in ordine di tempo. La tradizione lo vuole in missione ad Aquileia come primo evangelizzatore della Venetia, città dove consacra Ermagora e Fortunato prima di tornare a Roma in seguito alla morte di san Pietro e di partire poi per Alessandria d’Egitto, dove fu il primo vescovo del patriarcato alessandrino e dove infine subirà il martirio. Una leggenda racconta – ed è bello riportarla per l’impatto che ebbe nell’iconografia del popolo veneto - che durante il viaggio di ritorno a Roma dalla missione veneta, egli si fosse riposato in laguna, proprio dove diversi secoli dopo sarebbe sorta Venezia, e che qui, in sogno, un angelo gli avesse predetto la sorte del suo corpo mortale con le famose parole: PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, HIC REQUIESCET CORPUS TUUM (Pace a te Marco, evangelista mio, qui riposerà il tuo corpo).
Oltre a Ermagora, vescovo di Aquileia, san Pietro consacrò anche san Prosdocimo come vescovo di Padova e questi fu un grande evangelizzatore, poiché conquistò al cristianesimo Belluno, Feltre, l’Alto Vicentino (a Pievebelvicino fu costruita la prima chiesa della zona in suo onore) oltre a battezzare santa Giustina, appartenente a una famiglia nobile padovana, la quale fu martire durante la prima persecuzione dei cristiani, voluta appunto da Nerone e che costò la vita anche a san Pietro. San Prosdocimo invece scampò la morte e visse assai a lungo, morendo attorno all’anno 100 dopo un incessante opera di diffusione della Buona Novella, l’Evangelo (eu = dolce + anghelion = messaggio, notizia).
Un popolo come quello veneto era particolarmente ricettivo al messaggio cristiano, per la sua natura non aggressiva derivata dal fatto che della religione pagana aveva privilegiato le divinità femminili, come la dea Reitia di derivazione ellenistica e come Minerva, in epoca romana. Fu naturale per i Veneti accogliere volentieri un Dio che per donare la salvezza e la Grazia si faceva uomo, nella persona del Figlio incarnatosi come Gesù, attraverso il libero consenso di una donna come Maria. Questa cosa è difficile da accettare per i popoli che hanno culture marcatamente maschiliste e non è un caso che le prime eresie girassero spesso, con diverse connotazioni, proprio attorno alla divina incarnazione, ai suoi modi e alle sue caratteristiche, come non è un caso che la più forte spaccatura della cristianità antica si consumò attorno all’eresia ariana, cui aderirono soprattutto i popoli nordici d’Europa, che metteva in discussione la perfetta consustanzialità tra il Figlio e il Padre perché, in ultima analisi, non accettava che Dio potesse nascere da una donna nella Storia. Per i Veneti, invece, fin dal principio fu forte la connotazione mariana della fede cristiana e tale caratteristica ebbe modo di svilupparsi e confermarsi nei secoli con l’intestazione a Maria di molte chiese antichissime, come la più antica chiesa della laguna veneta, a Torcello, intestata infatti all’Assunta.
Nei primi 3 secoli il cristianesimo si diffuse rapidamente, convivendo con l’ormai decadente pratica pagana che ancora residuava, nonostante le conquiste filosofiche della metafisica avessero destituito di ogni fondamento i suoi presupposti, un po’ come la rivoluzione di Galileo e Copernico ridusse nel XVII secolo l’astrologia – prima ritenuta una scienza - a pura superstizione. Quando all’inizio del IV secolo Costantino sconfisse a Verona, sulla via per Roma, le truppe di Massenzio, ormai la maggior parte del popolo veneto era cristiano e l’Editto di Costantino, che nel 313 pose fine alle persecuzioni dei cristiani dichiarando la loro fede religio licita, trovò nella X Regio facilissima applicazione, permettendo la rapida conversione di tutti i Veneti alla fede cristiana entro la data cruciale del 380 quando, con l’Editto di Tessalonica, l’Imperatore Teodosio fece del cristianesimo la religione propria dell’Impero Romano, proibendo poi con i Decreti Teodosiani (391 – 392) le pratiche pagane e l’eresia ariana.
(FINE PRIMA PARTE - la seconda parte tratterà il periodo che va dal IV secolo al VII secolo)