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Storia 20-02-2023

MASSONERIA /17 - Loggia, Tempio e altri simboli

Con la descrizione dei simboli della Loggia, intesa come Tempio simbolico, e degli altri simboli massonici più famosi si conclude questa parte che troverà nel prossimo paragrafo, con la descrizione della ritualità legata alla "morte iniziatica", il suo compimento.

 

 

Il Tempio massonico, o Loggia, non è soltanto il luogo dove i Liberi Muratori si riuniscono “per lavorare al Bene ed al Progresso dell’Umanità ed alla Gloria del GADU”, ma soprattutto è quello spazio reso sacro dove, nell’unione spirituale fra i Liberi Muratori, si realizza la congiunzione con il Trascendente, con il Divino. Il Tempio va da Oriente ad Occidente e da Settentrione a Mezzogiorno e dallo Zenit al Nadir. Le sue dimensioni sono quindi senza misura, senza limiti: esso è la rappresentazione del Cosmo, dell’Universo che si estende verso l’infinito azzurro. Ecco perché la Massoneria dei primi tre gradi è conosciuta anche come Massoneria Azzurra.

Il Tempio fisico tradizionalmente si stende dall’Occidente, che allude alla “manifestazione”, al Creato, fino all’Oriente, rappresentazione del Trascendente, dello Spirito Divino, il suo asse maggiore risulta essere parallelo all’equatore, quindi è “orientato” e ciò per indicare ai framassoni la via verso la Luce.

Il Tempio massonico possiede un solo ingresso ed è senza altre aperture, è evidente l’allusione alla “caverna iniziatica”. Al suo interno, la presenza di un gran numero di simboli è da sempre motivo di meditazione, ma anche di unione per gli iniziati, in quanto li accomuna nella medesima ricerca e contemporaneamente ne sacralizza il lavoro. L’interpretazione di questi simboli, se da una parte  proviene dalla tradizione o - per meglio dire - da più tradizioni, dall’altra è affidata alla cultura, alla sensibilità ed alla capacità d’intuizione dei singoli iniziati, che sono lasciati liberi di spaziare, e per ciò non soltanto di accrescere conoscenza e comprensione, ma anche di affinare la propria parte intuitiva. Nella descrizione che segue, ci limitiamo a parlare delle colonne, del pavimento e del soffitto, e del libro sacro, poiché lo scopo del nostro studio è fornire una comprensione generale dell’immaginario massonico e non quello di addentrarci nei suoi meandri, cosa a cui bisognerebbe dedicare un lavoro monografico.

Le due colonne (e la terza invisibile) - Le due Colonne poste subito a destra ed a sinistra dell’ingresso al Tempio ricordano quelle  del Portico del Tempio di Salomone. La colonna di sinistra ha nome Boaz, (proavo di re David) che significa “la forza, la fermezza”. La seconda posta a destra ha nome Jakin (il sacerdote che inaugurò il Tempio di Salomone), che letteralmente vuol dire “la stabilità, che Dio l’ha fermata”. I due nomi insieme si traducono dall’ebraico: “Dio rende stabile, nella sua forza, il Tempio”. Secondo alcuni autori le due colonne del Tempio di Salomone si riferivano a Javeh, la Divinità che con la sua forza rende stabile e quindi regge il Tempio. La J iniziale di Jakin corrisponde allo Jod ed indica il maschile-attivo-solare e la B di Boaz indica la Beth il femminile-passivo-lunare; insieme simboleggiano il bipolarismo che è caratteristica fondamentale della Natura, secondo le convinzioni massoniche.

La colonna Jachin corrisponde al Primo Sorvegliante e la colonna Boaz al Secondo Sorvegliante, entrambi sul loro altare detengono tuttora il simulacro della corrispondente colonna. Inoltre il fatto che le parole sacre dell’Apprendista e del Compagno corrispondono ai nomi di queste due Colonne, fa ricordare l’antica altra funzione che costruendole Hiram di Tiro diede loro; erano state fuse in bronzo (18 cubiti di altezza e 12 cubiti di circonferenza, i capitelli 5 cubiti di altezza) ed erano internamente cave, così che ciascuna colonna potesse contenere il salario del grado corrispondente. Tradizionalmente i colori delle due colonne corrispondono alla rispettiva natura, Jakin viene raffigurata in rosso (sole) e Boaz in bianco (luna) ma anche in nero.

La colonna Boaz, che possiede un capitello dorico, rappresenta la Forza, che rende salda la costruzione dell’Opera, la Gloria, intesa come convergenza di suono e luce, e l’amore che sostiene i Fratelli nella edificazione del Tempio. Mentre il carattere universale della Massoneria è simbolicamente rappresentato dal globo posto sulla sua sommità.

La colonna Jakin, che presenta sulla sommità un capitello corinzio, simboleggia la perfezione nella Bellezza, che irradia e rende compiuti gli architettonici lavori di Loggia, come anche allude alla perfettibilità che ogni massone deve perseguire attraverso l’Arte Reale che apprende in Officina. Le tre melagrane poste sul capitello di questa colonna simboleggiano “la moltitudine dei Fratelli sparsi nell’Universo, il loro vincolo di solidarietà e la protezione che ad essi deriva dalla scorza amara di questo frutto”. La melagrana è anche simbolo di fecondità, in quanto rappresenta “il processo biologico naturale e il tempo della maturazione del frutto per poi cadere, fecondare e rigenerare”.

Tra queste due colonne, secondo i massoni nel Tempio massonico scorre una terza colonna, invisibile all’occhio fisico, in quanto priva di materia, perché spirituale, metafisica. La colonna centrale rappresenta l’energia spirituale, la luce della Sapienza Divina che è presente in ogni aspetto della “manifestazione”. Essa corrisponde alla colonnina situata sull’altare del Maestro Venerabile e che resta issata per tutta la durata dei Riti. La terza colonna quindi allude al Maestro Venerabile ed alla sua capacità di “illuminare” i confratelli con la sua scienza muratoria. Tutte e tre le colonne sono poste specularmente all’albero sefirotico (simbolo cabalistico che abbiamo già menzionato nel nostro percorso, parlando della Cabala esoterica) che trova ideale collocazione in verticale all’Oriente.

Secondo i massoni, se si guarda al Tempio come a uno spazio sacro dove si riuniscono i Liberi Muratori, le due colonne visibili alludono all’uomo, all’iniziato, che lavora incessantemente per affrancarsi dalla materialità e dalle sue pesantezze. Nella visione massonica dell’Universo, l’uomo possiede una struttura binaria costituita da opposti in contrasto e questa configurazione bipolare deve essere riequilibrata. La terza colonna, quella invisibile, allude a quella scintilla di divino che secondo la Gnosi è presente nell’uomo; sarà per mezzo di questa sua parte divina che l’uomo può giungere al riequilibrio di quelle contraddizioni, di quelle spinte contrastanti che sono a lui connaturate essendo costituito di spirito e di materia. Mirare al perfezionamento interiore seguendo la via iniziatica tradizionale, vuol dire per il massone rinvigorire la sua parte spirituale, ricercando e utilizzando al meglio quella scintilla di divino. Pertanto è proprio nella terza colonna invisibile che si determina simbolicamente l’unione spirituale fra tutti gli iniziati.

Pavimento e soffitto – Il pavimento di una loggia massonica è tradizionalmente costituito da un mosaico a scacchiera, bianco e nero, mentre il soffitto rappresenta la volta celeste stellata. Il contrasto di colori opposti nel pavimento del mosaico massonico è una rappresentazione visiva di un importante principio ermetico: la dualità. Il pavimento, alternativamente bianco e nero, simboleggia il Bene e il Male che sono i principi fondamentali delle grandi religioni esistenti. Il principio ermetico della dua e dogmi arbitrari. Nella visione massonica tale dualismo degli opposti governa gli uomini in tutto ed è compito del massone cercare una sintesi per elevarsi. Trovare quell’unità o sintesi è conoscere la pace e l’equilibrio interiore, cioè la comprensione che supera l’esperienza quotidiana, perché i concetti attuali di bene e male, gioia e dolore, devono essere trascesi e sublimati in uno stato che li combini entrambi. Inoltre, il pavimento è rappresentativo della terra, del mondo materiale e del suo contrasto con il soffitto stellato che rappresenta invece il cielo e il regno spirituale.
Se il pavimento del mosaico massonico rappresenta la natura dell’uomo terreno, il soffitto rappresenta la sua natura spirituale.

Il libro sacro – Originariamente in ogni loggia doveva essere presente la Bibbia, ma poi anche il Corano nelle logge erette nei Paesi musulmani. Esso sta a indicare la presenza della tradizione religiosa sotto forma di scrittura sacra. In questo aspetto è evidente l’influenza della matrice protestante della Massoneria, con il motto luterano sola scriptura che fa da sfondo e che ben si coniuga con la mentalità giudaica o anche con quella musulmana che tendono a fare dell’oggetto fisico dove sono scritti i testi sacri quasi un feticcio, o un idolo. Nella Massoneria tradizionale non è imposto alcun dogma religioso, ma l’ateismo non sarebbe ammesso perché la Massoneria è deista: il GADU è da ciascuno interpretato e creduto a modo proprio, ma la sua esistenza non è in discussione. In verità, nelle logge francesi e italiane (e oggi anche altrove) si è derogato a questo principio, con l’ammissione di membri atei nelle logge muratorie.

 

Altri principali simboli legati all’immaginario massonico

 

Occhio che vede tutto – Tra i simboli massonici più famosi e riconosciuti, apparve per la prima volta come parte dell’iconografia standard dei Massoni nel 1797, con la pubblicazione del “Freemasons Monitor” di Thomas Smith Webb. Rappresenta l’occhio onniveggente di Dio ed è un promemoria per il Massone: i suoi pensieri e le sue azioni sono sempre osservate da Dio, a cui si fa riferimento in Massoneria come Grande Architetto dell’Universo. In quanto organo della percezione sensibile, è allegoricamente ed universalmente il simbolo della percezione intellettuale. L’Occhio unico è senza palpebra e designa la Conoscenza metafisica. Nella tradizione massonica, sul piano fisico è il simbolo del Sole visibile da cui emanano la Vita e la Luce; sul piano intermedio astrale lo è del Verbo, del Logos, del Principio creatore; sul piano spirituale, del Grande Architetto dell’Universo.

Piramide tronca – La piramide è l’emblema di un’opera architettonica grandiosa che richiede grande impegno, tempo, perizia, utilizzo di molte maestranze, di molte pietre dalle diverse dimensioni e forme; inoltre richiama una sapienza antica dell’arte muratoria della quale ancor oggi non si conoscono tutti i segreti. La piramide massonica è tronca e ha il vertice staccato nel quale spesso appare l’occhio onniveggente, quasi a raffigurare allegoricamente una gerarchia con la base larga e un ristretto vertice, una sorta di élite illuminata che tutto vede e che governa dall’alto della conoscenza.

Acacia - Il ramoscello di acacia è considerato dai massoni come una pianta sacra perché Mosè avrebbe costruito la sua arca, il tabernacolo, l’arca dell’alleanza, la tavola per i pani di presentazione e il resto dei suoi arredi sacri fuori da un bosco di acacia. L’albero di acacia è spesso presente nei cimiteri ebraici e per i massoni è legato al ritrovamento di Hiram Abiff, il mitico architetto del Tempio di Salomone secondo una delle più importanti leggende massoniche. Un rametto di acacia rappresenta l’immortalità dell’anima e il passaggio della conoscenza da una generazione all’altra, per la natura sempreverde degli alberi di acacia.

Il Teorema di Pitagora - Il 47esimo Problema di Euclide, che tutti conosco come Teorema di Pitagora, indica l’importanza di mantenere la propria vita in ordine, così come nella costruzione di un edificio, è il metodo che i massoni utilizzano per porre le fondamenta della propria esistenza.

 

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