MICROCHIP NEL CERVELLO? ECCOLI QUA!
Sebbene la cosa fosse ampiamente nota a chi se ne interessa per ragioni di studio, ancora oggi la massa dei cittadini crede che i microchip nel cervello siano una fantasia complottista. Invece sono realtà e gli effetti non tarderanno a dispiegarsi.
Elon Musk, il magnate americano di origine sudafricana famoso soprattutto per la produzione di auto elettriche, con Tesla, e per l'acquisto di Twitter, trasformato in X, è anche titolare di Neuralink, azienda che sviluppa le nanotecnologie finalizzate a realizzare l'ibridazione uomo-macchina attraverso impianti di supporti tecnologici nel sistema neurale del corpo umano.
Ebbene, Musk ha annunciato di aver appena compiuto il primo impianto di un microchip nel cervello di un essere umano, dopo i ben noti esperimenti compiuti su animali, da ultime le scimmie antropomorfe.
Come è ovvio che sia, tale innovazione tecnologica verrà promossa evidenziando le applicazioni utili dapprima sul piano della salute (a scopo diagnostico o a scopo riabilitativo), poi sul piano dell'efficienza (interazione rapida e precisa con gli strumenti tecnologici di uso comune e quotidiano), infine sul piano della sicurezza personale.
Ma poi, come è altrettanto ovvio, le applicazioni si svilupperanno sul piano sociale e politico, attraverso la possibilità di geolocalizzare le persone, di influenzarne il pensiero, di controllare ogni scelta di consumo, ogni orientamento etico o politico, perfino le funzioni biologiche del corpo.
Ai miei occhi è talmente evidente lo sviluppo che viene dato alla ricerca scientifica verso l'istituzione della "Società del Controllo" - ovvero un mondo dominato da un'élite che dispone dei mezzi di produzione, della proprietà agricola, del mercato finanziario e della tecnologia, che piega le istituzioni trasformandole in apparati tecnocratici per l'applicazione delle direttive decise in sede privata - che continuo a non capacitarmi del fatto che la gente non se ne renda conto e subisca passivamente, una cosa alla volta, questa transizione verso la distopia sociale più atroce.
Sebbene io non sia contrario al progresso scientifico e tecnologico, nutro forti riserve verso il suo sviluppo slegato dall'etica e troppo rapido per poter essere compreso ed elaborato dalla massa delle persone. Ai miei occhi di scienziato della politica, appare evidente che con queste modalità si vada verso un mondo dove pochi domineranno su molti, dove quei pochi vivranno nel lusso e con tutte le ricchezze e gli agi, mentre i molti saranno ridotti al rango di bestiame umano, nati da fecondazione artificiale programmata e in numero prestabilito, vaccinati in continuazione, alimentati da mangimi appositamente prodotti per loro, microchippati per essere controllati e geolocalizzati, relegati in recinti chiamati "smart cities" dalle quali non potranno uscire, con una vita dalla durata predefinita e legata alla funzionalità del ciclo produttivo di proprietà dei pochi.
Un'assurda teoria cospirazionista? Per carità, lo so che alla massa sembra tutto "troppo brutto per essere possibile" e sembra impossibile che chi governa non agisca per il Bene Comune, bensì per l'interesse di pochi. Eppure tutto ciò che predico da 20 anni a questa parte si sta puntualmente verificando, o si è già compiuto, o sta per accadere. E con l'approvazione di molti che all'inizio mi danno del complottista, poi accettano le novità malvagie "perché lo dice la scienzah", infine vengono da me a spiegarmi che c'è una novità interessante alla quale è stupido opporsi.
Io so che tutto ciò è profondamente sbagliato e per questo continuerò a denunciare il male, anche se mi rendo conto di condividere il destino di Cassandra di Priamo e di sembrare un povero Don Chischiotte de la Mancha. Ma che devo fare? Tacere e arrendermi? Almeno questo me lo voglio risparmiare, lo devo alla mia coscienza.