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Storia 15-03-2024

ECOLOGISMO, LA CHIAVE DEL GLOBALISMO TOTALITARIO

L'Agenda 2030 è l'esempio più lampante e concreto di come l'ideologia ambientalista sia diventata il passepartout per scardinare la sovranità degli Stati e legittimare con la prassi una "Global Governance". Vediamo come.

 

 

Si vuole abolire il contante? Viene diffuso uno studio che afferma la sua "impronta di carbonio" eccessiva rispetto alle forme di pagamento digitale. Si vuole imporre il cibo a base di farina di insetti e di carne sintetica? Ecco lo studio che criminalizza i campi di grano e le emissioni di gas intestinale delle vacche, sempre in relazione alla vituperata CO2. Si vuol obbligare la gente a comprare macchine elettriche e a ristrutturare le case anche se sono a posto? Arriva puntuale lo studio che dimostra come le macchine a carburante derivato dal petrolio e le case con riscaldamento tradizionale siano impattanti per l'ambiente, che al pianeta resta poco tempo per venire salvato e che il modo di salvarlo è quello di uniformare le leggi e i consumi alle indicazioni fornite dalla "Dea Scienza".

Gli esempi come questi sono a centinaia, sui temi più disparati e sempre con la motivazione che bisogna agire in un certo modo, senza discutere perché "lo dice la Scienza" e perché "bisogna salvare il pianeta". Ma c'è un esempio che li riassume tutti, ed è rappresentato dall'Agenda 2030, documento prodotto in sede ONU nel 2015 che consiste nel punto d'arrivo di un percorso iniziato nel 1972 a Stoccolma (Conferenza ONU sull'ambiente umano) e vorrebbe essere anche il punto di partenza di un nuovo paradigma politico, quello della Repubblica Mondiale, ovvero del "New Rules Based Global Order" (Nuovo Ordine Mondiale Basato su Regole) annunciato ai 4 venti dai principali leaders di area liberal-progressista dell'Anglosfera (USA - CANADA - AUSTRALIA - NUOVA ZELANDA) e ripetuto a pappagallo dai loro vassalli di area social-democratica dell'Unione Europea.

L'Agenda 2030 deriva da un processo di strutturazione e di evoluzione dell'ideologia ecologista atea (ben diversa dall'ecologia cristiana nei fondamenti filosofici e antropologici) che ha attraversato i decenni e ha avuto un primo, fondamentale, salto di qualità con il "Summit della Terra" di Rio de Janeiro nel 1992, quando si è affermato che i problemi legati alla salvaguardia dell'ambiente devono venire risolti a livello globale. Tale affermazione è ideologica e non oggettiva, poiché se tutti a livello locale tutelassero l'ambiente con la dovuta cura, grazie alla miglior conoscenza specifica del territorio si otterrebbe un risultato pieno e molto più profondo, ma l'intento politico di instaurare un governo mondiale sopra agli Stati, che allora era criptato, è oggi chiaro perché si è appalesato negli anni successivi.

Dapprima con i cosiddetti "Obiettivi del Millennio" e poi, dal 2015, con il documento intitolato "Trasformare il mondo. L'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile" si è introdotto il concetto per il quale non sia possibile perseguire politiche ambientaliste concrete se non si uniforma a questo scopo anche il sistema economico e quello sociale. Tradotto in soldoni: se si vuole salvare il pianeta dall'imminente catastrofe climatica causata dall'uomo (lo dice la Scienza e non si discute!) è necessario instaurare una Governance Globale che detti l'agenda politica ed economica a tutti gli Stati.

Quali sono i punti critici da analizzare e contrastare, in questo nuovo modello paradigmatico che dagli USA, tramite l'ONU, si sta cercando di imporre al mondo intero ed è già imposto nel mondo occidentale?

Innanzitutto l'evidente ricorso allo scientismo, cioè all'uso della Scienza non per quello che essa è per suo statuto epistemologico (empirica, sempre discutibile, mai definitiva perché sempre perfettibile in quanto umana e in quanto operante in un mondo limitato sia fisicamente che qualitativamente, non infinito). La Scienza viene invece usata come Dogma, come una Religione piegata a instrumentum regni, cioè mezzo per esercitare e legittimare il Potere politico e la sua azione.

Poi, la pretesa di risolvere meglio, tramite una "Governance Globale", in modo centralizzato, i problemi del mondo intero; cosa falsa per principio, poiché l'esperienza storica dimostra come il governo sia tanto più efficace quanto più si applica a realtà territoriali circoscritte, secondo il principio di sussidiarietà. Peraltro, chi ha eletto la Governance Globale? Chi ne ha discusso e approvato le linee guida? C'è un evidente problema di democrazia, in questa impostazione.

Problema di democrazia che si accentua e si evidenzia ancor più chiaramente quando, con la scusa dell'urgenza impellente di salvare il pianeta, si pretende di estendere l'azione governativa globale al di fuori dell'ambito delle politiche ambientali e si assume, come assioma indefettibile, la necessità di operare con prospettiva centralizzata e globale anche in campo economico e in campo sociale. A questo punto la logica totalitaria soggiacente all'ecologismo ateo viene svelata in tutta la sua portata malefica.

Malefica perché basta leggere con attenzione appena sufficiente l'Agenda 2030 per capire che ci si trova davanti a un manifesto politicamente corretto di impronta liberal progressista nordamericana. Si tratta cioè di una visione del mondo che contempla la fusione fra economia di mercato e dirigismo statale in ambito economico; e di una visione della società improntata al modello protestante anglosassone ormai secolarizzato e scristianizzato in ambito sociale, tipico degli USA, con tutto il bagaglio di diritti civili, fede progressista nella Scienza e nella Tecnica, positivismo giuridico ed etico. Ad alcuni sicuramente piace, ma non piace alla maggioranza della popolazione mondiale e, a ben guardare dai risultati elettorali, non piace nemmeno alla maggioranza degli europei e alla metà dei cittadini di origine anglosassone. E proprio per questo è malefica, in quanto pretende di imporre a tutti la visione del mondo di una parte, in particolare di quella parte che è legata all'élite della finanza che opera in tempo reale 24 ore al giorno nei mercati borsistici di tutto il mondo e per questo è per definizione sradicata e apolide, quindi anche per stretta logica atea e progressista.

I conflitti nel mondo oggi scaturiscono proprio dalla tensione fra i globalisti, che vogliono imporre al mondo il "Nuovo Ordine Mondiale Basato su (loro) Regole", e chi rifiuta queste regole. Scoppiano per questo motivo guerre con gli oppositori esterni all'Occidente, mentre scoppiano conflitti o tensioni sociali con gli oppositori interni che, seppur occidentali, sono portatori di una visione del mondo tradizionale anziché progressista. Di questi ultimi, che sono coloro che potrebbero riprendere il potere in Occidente e spegnere le tensioni grazie al fatto di essere in maggioranza, va detto che hanno un ritardo culturale di almeno 30 anni e non hanno ancora elaborato gli anticorpi per contrastare l'ideologia progressista attuale, incentrata sull'ambientalismo ideologico come chiave per instaurare un sistema tecnocratico, dirigista e capitalista, non troppo dissimile dal modello cinese tanto ammirato dalla finanza apolide.

Io, nel mio piccolo, cerco di produrre con il mio lavoro quegli anticorpi culturali che servano a sconfiggere l'ideologia malefica e totalitaria che sta minacciando il mondo intero, con il rischio di farlo precipitare in una nuova guerra mondiale.

 

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