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Politica e Società 06-11-2024

VINCE TRUMP O PERDONO I GLOBALISTI?

Donald Trump torna alla Casa Bianca dopo 4 anni di presidenza di un Biden evidentemente eterodiretto dall'élite globalista della Finanza che, tuttavia, ha dovuto cedere il potere per la senescenza decadente del Presidente in carica e per l'inettitudine della candidata sostitutiva, Kamala Harris. Ma è una vittoria di Trump o una sconfitta del Deep State?

 

 

Donald Trump ha riconquistato la Casa Bianca, contro i sondaggi - che sono sembrati più che altro dei vaticini, ovvero un'espressione di "wishful thinking" - di tutti i mass media occidentali, piegati uniformemente al mainstream imposto dai centri di potere privati e sovranazionali dell'Alta Finanza globale.

Un successo netto, indiscutibile, oltre le previsioni, ma anche logico e in continuità con quella tendenza che si va affermando in tutte le democrazie occidentali da qualche anno, cioè il rigetto diffuso per l'ideologia globalista che ha trasformato la Sinistra occidentale da rappresentante dei lavoratori a espressione aggressiva di tutto quello che va contro la normalità e la tradizione culturale dei vari popoli, addirittura di ciò che va contro la ragione e la natura umana, per ribaltare il concetto di normalità col suo contrario.

Tale Sinistra, radicale e sporcacciona, è quella che in Italia ha messo gli LGBT (QIA+) Elly Schlein e Alessandro Zan al vertice del Partito Democratico, ormai filiale locale della multinazionale globalista della politica che ha nei Democratici USA la sede centrale e in un ristretto numero di miliardari gli azionisti di riferimento, cioè i padroni. Un PD italiano che formalmente è discendente dalla Storia del Partito Comunista Italiano, ma che ormai ha definitivamente abbandonato l'ideologia comunista per diventare in tutto e per tutto espressione della rivoluzione sessantottina liberal progressista, atea e nichilista, mantenendo un elettorato fidelizzato in gran parte solo per l'ampio apparato di potere consolidato sul territorio, con i conseguenti benefici distribuiti, ma portando avanti istanze e battaglie politiche completamente diverse da quelle delle due generazioni precedenti di aderenti al PCI.

Ebbene, tale nuova Sinistra di matrice sessantottina, consolidata dopo la fine della Guerra Fredda e dunque negli ultimi 30 anni, sta stufando il suo stesso elettorato, se è vero come è vero che in diversi Paesi d'Europa stanno nascendo partiti di Sinistra antiglobalista e tornanti ai vecchi temi del socialismo e della tutela dei lavoratori meno abbienti, e se è vero anche che la dittatura del "politically correct" sta diventando inaccettabile per chi non condivide del tutto i paradigmi dell'ideologia globalista, arcobaleno e woke.

Anche negli USA, fucina del Sessantotto e della Sinistra globalista, tale insofferenza sta montando, anche se in misura minore dati i pur sempre 66 milioni di elettori che hanno votato per Kamala Harris; ma anche là è diventato impensabile pensare di vincere le elezioni proponendo una cultura di consumo e di morte, concentrata su libertinismo sessuale, aborto, eutanasia, deregulation morale, abbandono della fede cristiana (protestante) che negli USA era costituente dell'identità comune e transumanesimo come orizzonte sostitutivo, nonché imposizione di un linguaggio e di un pensiero omologati e intolleranti verso chi ha opinioni diverse. La gente comune ha problemi più impellenti che hanno a che fare con l'occupazione, il potere d'acquisto, l'accesso a cure sanitarie, l'ordine pubblico, la sensazione esistenziale di essere liberi e stabili, anziché sotto controllo e scartabili o sostituibili.

Trump ha vinto perché fa richiamo al ricordo degli USA della seconda metà del XX secolo e promette di aggiustare ciò che è stato rotto ("I will fix it" è stato il suo principale slogan, oltre all'iconico "Fight" gridato subito dopo l'attentato subito in un comizio), e perché denuncia e contesta il marciume morale proposto dalla Sinistra globalista, portatrice di degrado economico e sociale oltre che personale, poiché la miseria morale è sempre la causa della povertà materiale che negli USA, negli ultimi 4 anni a guida DEM, ha raggiunto un'estensione mai vita prima, con gli annessi e connessi problemi di droga e malavita.

Pertanto direi che è stata più una sconfitta della Sinistra globalista e totalitaria, ovvero quella di Obama come icona politica e quella finanziata da oligarchi sedicenti filantropi come Gates, Soros, Fink, Schwab, più che una vittoria di Trump che ha comunque il merito di aver dato spazio a energie nuove, accogliendo personaggi di spessore come Kennedy jr o l'istrionico Elon Musk al primo livello della sua squadra, e proponendo un Vicepresidente giovane e di grande carisma come J.D. Vance, potenziale suo successore nel 2028.

Ora vedremo come gli oligarchi della Finanza, con il Deep State da tempo al soldo del loro ricco portafogli, si riorganizzeranno e come aggiusteranno la strategia della loro Sinistra globalista americana, dettando poi la linea alle varie filiali locali dell'Occidente come il PD italiano, perché è impensabile che lor signori mollino l'osso e rinuncino a combattere per riavere in mano il potere legislativo, con il quale decretare la linea ideologica, la "verità scientifica" e le norme pratiche convenienti ai loro business.

 

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