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Politica e Società 23-05-2024

QUEL 1992 SPARTIACQUE DELLA STORIA

L'occasione del 23 maggio, ricorrenza della "Strage di Capaci" in cui fu ucciso il giudice Falcone con tutto il suo seguito, è opportuna per ricordare i tanti fatti accaduti in quell'anno 1992, in Italia e in tutto l'Occidente. Una serie di concomitanze che col senno di poi sono evidentemente legate tra loro.

 

 

Credo che ognuno di noi si ricordi dov'era e cosa faceva, in quel 23 maggio del 1992, quando giunse la notizia della Strage di Capaci. La sensazione che un potere oscuro, assai più grande della Mafia, fosse entrato in gioco si fece strada, trovando conferma solo due mesi dopo, in luglio, quando la stessa sorte del giudice Giovanni Falcone toccò anche al suo collega e amico Paolo Borsellino. Due stragi troppo chirurgiche, con mezzi troppo sofisticati, per essere pianificate e realizzate da banditi semianalfabeti come i boss mafiosi che in seguito furono catturati e incarcerati.

Quel 1992 era iniziato prima, addirittura nella parte finale degli anni Ottanta, con l'inutile tentativo di Gorbaciov di evitare, con la "Perestrojka" e la "Glasnost", l'implosione dell'Unione Sovietica e della sua zona d'influenza: nel 1989 cadde infatti il Muro di Berlino, nel 1990 la Germania fu unificata annettendo la Germania Est a quella Occidentale, Eltsin subentrò a Gorbaciov e a Natale del 1991 l'URSS fu dichiarata finita e, con essa, terminava la "Guerra Fredda" con la vittoria del "Blocco Occidentale", anche se oggi è evidente che sarebbe meglio dire, semplicemente e più onestamente, con la vittoria degli USA.

USA che avevano le idee chiare su come procedere e infatti accaddero diverse altre cose, immediatamente dopo il Natale 1991, cioè nel fatidico anno 1992. Subito scoppiò la guerra nei Balcani, finalizzata a distruggere la Jugoslavia e creare 5 nuovi Stati sotto il controllo occidentale e il sesto, la Serbia amica e sorella spirituale della Russia, da smembrare ulteriormente con l'invenzione della statualità del Kosovo, per limitare ulteriormente la sovranità di Belgrado. La guerra durò per tutto il decennio e vide la NATO trasformarsi da alleanza militare difensiva a braccio armato aggressivo degli USA, arrivando a bombardare Belgrado che mai aveva attaccato la NATO o un suo Stato Membro. Finita la guerra e sistemate le istituzioni dei nuovi Stati, due di essi entrarono in UE (Croazia e Slovenia), mentre gli altri sono ancor oggi dei protettorati di fatto, tranne la Serbia e la Repubblica Srpska, enclave serba in Bosnia.

Per quanto riguarda l'Europa, fu stipulato il trattato di Maastricht (istituzione della moneta unica e "cittadinanza europea") per cambiare la natura della CEE e trasformarla in UE, in vista dei futuri "Stati Uniti d'Europa" che gli USA vorrebbero come loro filiale nel Vecchio Continente. Sull'altare della moneta unica fu sacrificato il risparmio italiano, sottoposto alla speculazione sulla Lira che arricchì Soros (così l'hanno raccontata, poi bisogna vedere come e perché gli fu permesso di guadagnare 30mila miliardi di Lire in una notte, dato che le favole sono per i bimbi) e che costrinse il Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, a prelevare denaro forzosamente dai conti correnti di tutti gli italiani per coprire il buco. Sempre nel 1992 si tenne la famosa riunione sul panfilo "Britannia", presenti Draghi e Prodi (e altri soggetti vicini all'élite globalista angloamericana) nella quale si decise la privatizzazione degli asset italiani più importanti, o la "svendita dell'Italia" come dicono altri. E sempre nel 1992 scoppiò Tangentopoli, l'inchiesta che spazzò via la classe dirigente che aveva guidato l'Italia dal Dopoguerra in poi. Dal 1989 era stato avviato il processo di trasformazione del Partito Comunista Italiano, con la "svolta della Bolognina", verso quello che in seguito, come PD, sarebbe diventato la filiale italiana del Partito Democratico degli USA, ovvero il braccio politico della finanza globalista, e sarebbe andato subito al potere se non avesse trovato sulla sua strada due ostacoli elettorali insormontabili, data la natura del popolo italiano: la Lega Nord prima maniera, inizialmente fuori controllo, e - dal 1994 - la figura carismatica di Silvio Berlusconi che rispondeva ad altri centri di potere rispetto a quelli della finanza globalista apolide. E qui si aprirebbe un discorso lungo e diverso, che arriva fino a oggi, con la riflessione su chi e quali interessi stiano realmente dietro ai candidati alla Presidenza USA e, a cascata, alle cosiddette "Destra & Sinistra" nel mondo occidentale, oltre che sulle strategie di ingegneria sociale, volte a modificare la mentalità dei popoli, che le forze favorevoli all'élite globalista hanno dispiegato in questi successivi 30 anni per ottenere il consenso elettorale e per cambiare la società.

Ma andrei fuori tema. Concludo tornando a quelle due stragi. Stragi di mafia, dicono ancora. Certo, in parte lo sono, perché l'artificiale Stato unitario d'Italia non può governare il meridione, men che meno la Sicilia, senza accordarsi con i potentati locali che sono in rapporto diretto con la CIA americana fin da prima della Seconda Guerra Mondiale. Proprio l'aver messo mani e naso dentro a carte e fatti che andavano a scoperchiare "quel che non si deve sapere" è costato la vita a Falcone e a Borsellino, e altri hanno poi provveduto a definire i termini della "trattativa tra Stato e Mafia" necessaria per il riassetto del Paese più strategico d'Europa per gli USA, cioè l'Italia. Passare dall'assetto politico guidato dalla DC, spazzata via da quel 1992, a quello successivo richiedeva di fissare bene i termini, e se si andava fuori dai paletti era bene far sapere che si saltava per aria. Perché la Repubblica Italiana è stata voluta e creata dagli USA nel 1946 e deve sempre ricordare, finché esisterà, che è un Paese libero di fare tutto quel che vogliono gli USA, nulla di più e nulla di meno.

 

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