L'ULTIMO GRAFFIO DI BOSSI
Alle recenti elezioni europee Umberto Bossi, fondatore e leader storico della Lega Nord, ha votato per Forza Italia e lo ha fatto sapere a tutti. Vediamo cosa significa
Umberto Bossi come politico è sempre stato dotato di fiuto proverbiale e di un acume tattico straordinario. Non stiamo parlando di valori e di visioni del mondo, stiamo parlando di capacità di cogliere l'umore della gente, di capire da che parte spira il vento e di interpretare le situazioni e gli equilibri politici, sociali ed elettorali.
Dell'uomo non ho interesse a parlare, anche perché l'ho conosciuto solo superficialmente e in una decina di occasioni in tutto, la maggior parte dopo la malattia che lo ha colpito nel marzo del 2004 e che lo ha irrimediabilmente menomato, fino a spingerlo progressivamente ai margini della vita politica. Pertanto sarei superficiale. Del politico però qualcosa posso dire, e a ragion veduta.
Sono convinto che se nel 2004 non fosse stato ridotto alla seminfermità dall'ictus che lo colpì l'11 marzo, nel 2006 la partita della devolution che pure fu vinta in Parlamento (con standing ovation a lui che si presentò, nonostante la malattia, all'ultima votazione per raccogliere il risultato) non sarebbe poi stata persa con un referendum. Sono sicuro che, con Bossi nel pieno delle forze, la sua attività continua avrebbe determinato la definitiva riforma costituzionale. Ma del senno di poi sono piene le fosse e sappiamo come è andata, con quel referendum che condannò la Lega Nord a cambiare pelle. Ci scrissi un libro che presentai a "L'infedele" di Gad Lerner, su La7, nel quale anticipavo il bivio tra un partito conservatore cristiano e un partito liberale nazionalista e paternalista; prevalse la seconda opzione e, dopo la parentesi di Maroni, divenne Segretario Salvini. Dopo pochi anni la Lega Nord venne liquidata e sostituita da un nuovo partito, denominato Lega per Salvini Premier (LSP).
Ancor oggi, dopo quasi un decennio, molti sono confusi nell'equivoco di credere che ci sia continuità tra il vecchio partito e quello nuovo, ma l'evidenza dei fatti ha dimostrato che tale continuità c'è solo perché non sono cambiate molte facce, mentre i contenuti sono decisamente altri.
Secessione della Padania? Sparita! Almeno il federalismo? Ma quando mai! Autonomia? Solo differenziata, e neanche troppa, o forse nemmeno quella! Protesta fiscale? Quasi dimenticata! In compenso, accenti forti su sicurezza e lotta all'immigrazione, o contrasto verbale all'Unione Europea, come un qualsiasi partito di destra populista. E inoltre, mentre Salvini sventola rosari mentre mangia panini, Zaia promuove l'agenda radicale di Pannella su droga, aborto, eutanasia, transizione sessuale, unioni civili e quant'altro, senza dimenticare - con Fedriga e Fontana, come lui Presidenti di Regione - di sposare la linea più repressiva dei diritti politici e sociali durante la pandemia del 2020-21.
Alla luce di tutto questo, molti leganordisti se ne sono andati, sebbene temporaneamente sostituiti dal consenso alla campagna mediatica permanente di Salvini che, però, dopo l'apice di 5 anni fa ha cominciato a declinare sempre più, fino a tornare sotto il 10% dei consensi.
Non deve stupire se Bossi, ormai alla fine della sua vita per ragioni di età e per la lunga malattia, ha avuto l'ultimo sussulto, probabilmente un atto politico che pone la pietra tombale sulla Lega Nord anche per chi ancora non aveva capito: si è recato a votare alle europee 2024 e ha dichiarato di aver votato per Forza Italia. Per la LSP non vota più nemmeno Bossi, la rottura con il passato leganordista è definitiva.
Quando Bossi morirà, dopo questa presa di distanza, alla LSP sarà impedito di farne strumentale memoria e di usarlo come un feticcio per perpetuare l'inganno verso l'elettorato che tuttora vota LSP convinta di votare LN. La parabola storica della LN nacque con Bossi e morirà definitivamente con Bossi, dato che politicamente è già morta da quando la LN fu sostituita dalla nuova LSP.
Il futuro dirà cosa sarà di questo partito che è un doppione del già esistente e prospero Fratelli d'Italia, dirà se a Salvini succederà qualcuno o se il partito tramonterà con la sua stella. Di certo c'è che la Lega Nord è consegnata alla Storia e che, come Bossi, chi aderiva ai valori di quel partito per davvero, oggi non ha più vera rappresentanza e perciò non ha motivo di preferire la LSP ad un altro partito di centrodestra.
Bossi ha compiuto così l'ultimo atto politico significativo che poteva fare. Personalmente dico: ben fatto!