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Politica e Società 24-10-2022

LO ZOCCOLO DURO DELLA "DESTRA DELLA SINISTRA"

Si è insediato il "Governo Meloni" sostenuto da 3 partiti che negli anni hanno espresso la leadership del cosiddetto "Centrodestra", a lungo Forza Italia e più brevemente la Lega. Ora è il turno di Fratelli d'Italia ed è interessante notare alcune cose.

 

 

Se facessimo un'analisi del voto espresso negli ultimi 25 anni dall'elettorato di Centro-Destra potremmo vedere che le tre forze preponderanti hanno una base costante, ideologicamente connotata, che si riconosce in pieno col partito e si colloca statisticamente nella fascia 5-10% del consenso espresso col voto; mentre il partito che esprime la leadership (a lungo fu Silvio Berlusconi, più brevemente è stato Matteo Salvini, ora è Giorgia Meloni) riceve un extra premio del 20-25% da un blocco sociale mobile che scommette sul "voto utile". Ma utile per che cosa? E chi sono questi elettori che sono passati in blocco da un partito all'altro, pur così diversi, ma sempre nell'ambito della stessa coalizione che, infatti, rimane sempre attorno al risultato complessivo del 40-45% dei consensi proporzionali?

Rispondo prima alla seconda domanda: questi elettori sono il blocco "conservatore moderato", piccolo o medio borghese, poco ideologizzato e di valori tradizionali, magari ampiamente diluiti dalla mentalità corrente, eppure ancora tenuti in considerazione come baluardo contro la dissoluzione. Questa gente è quella che vota "perché sennò vince la Sinistra" e che vota "turandosi il naso"; gente che non vota i partiti nuovi perché "avrebbero idee che mi corrispondono meglio dei soliti, ma sarebbe un voto buttato via e così vincerebbe la Sinistra". Ecco il punto: mancando una rappresentanza seria del pensiero conservatore, o controrivoluzionario, questo blocco elettorale vota per il leader del partito che gli sembra più idoneo a frenare la rivoluzione progressista, nella quale con buone ragioni vede la causa della disgregazione della nostra civiltà cristiana, tradizionale e popolare. Non erano libertini votati al consumo edonistico quando votavano Berlusconi, non erano qualunquisti localisti e pure un po' xenofobi quando votavano Salvini, non sono post o neofascisti nostalgici quando si spostano e aggiungono il loro 20% a Meloni. Semplicemente non trovano in TV, cioè il solo canale d'informazione che conta per loro, una proposta affermata che rispecchi in pieno la loro specificità e, siccome ciò che per loro conta con urgenza è "che non vinca la Sinistra, sennò poi non ci si può lamentare e siamo fregati" continuano a sostenere quella che non è una vera Destra conservatrice, ma è solo una coalizione culturalmente subalterna alla Sinistra al punto da non aver mai saputo offrire un cambiamento di direzione, ma solo una sospensione temporale all'avanzamento del programma rivoluzionario dell'area progressista.

Ecco dunque la risposta alla prima domanda: utile per che cosa? Se ci si accontenta "che non vinca la Sinistra" è gran poca cosa. Del resto, abbiamo appena visto la signora Meloni che per accreditarsi e poter ricevere l'incarico di Governo ha dovuto dichiararsi prona alla NATO (leggere Stati Uniti d'America), all'Unione Europea, alle linee economiche del predecessore Draghi, nonché a tacere su eventuali discontinuità in ambito sanitario-pandemico. Pertanto nulla cambia, nelle cose importanti a livello geopolitico. E per le questioni sociali? Vedremo, ma finora non si è mai visto esprimere una politica di cambiamento, nel senso anche di abolizione espressa, rispetto alle riforme introdotte negli anni dalla Sinistra. Finora, e i segnali del Governo appena varato lasciano poche speranze, si è vista sempre una "Destra della Sinistra" e non una Destra alternativa e ontologicamente opposta alla Sinistra. Quando ha governato il Centrodestra si è avuta una tregua sull'agenda arcobaleno, una riduzione molto parziale dell'immigrazione clandestina, nessuna riforma seria del Fisco e dell'impianto istituzionale dello Stato, nessuna proposta culturale alternativa nel mondo della scuola, dell'università, della proposta culturale e informativa.

E dunque, che fare? La Repubblica Italiana è ai margini della Storia dopo la colonizzazione subita dagli USA in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, pertanto i margini di manovra per dei conservatori opposti al mondialismo progressista sono ridotti, ma il tempo di manovrare è proprio questo in cui non comanda la Sinistra suprematista e totalitaria che vuole imporre la sua rivoluzione a qualunque costo. La fortuna è nel fatto che quella Sinistra è minoranza nello Stato e governa sempre e solo tramite la "golden share" in coalizioni ampie ed eterogenee; la frattura col Movimento 5 Stelle la condanna alla minoranza perpetua, finché non si rimetteranno assieme. Ma se l'occasione andrà perduta e l'elettorato conservatore moderato resterà senza una sua rappresentanza credibile e riconosciuta, al prossimo turno voterà ancora una delle proposte del gioco delle tre carte "perché sennò vince la Sinistra". Sconfortante, ma è così.

 

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