Torna agli articoli
Politica e Società 21-08-2022

LA LINGUA DEL PADRONE

Nessuno degli Stati Membri UE ha l'inglese come lingua ufficiale, a parte l'Eire che la affianca all'irlandese, eppure tutti i documenti sono in inglese. Perché?

 

 

Per quale motivo in UE si continua a usare l'inglese per tutti i documenti ufficiali, se quella lingua è parlata solo in Irlanda e pure lì affiancata all'irlandese?
I titoli dei documenti ufficiali, per citarne alcuni di molto noti per la loro rilevanza normativa, sono "Next Generation EU", "Repower", "Save gas for a safe winter", "Recovery fund", e tutta una serie di denominazioni analoghe che attestano la subalternità culturale a USA e UK, due potenze nucleari esterne che però dominano l'Occidente sul piano militare e, di conseguenza, impongono la propria cultura a discapito di quelle locali.
Tedesco, francese, spagnolo e italiano sono parlate da decine di milioni di persone, nel caso dello spagnolo e del francese si tratta di lingue ex coloniali parlate da centinaia di milioni di persone in diversi continenti, tuttavia si sottomettono all'uso dell'inglese, una sorta di "dollaro culturale" che garantisce la supremazia americana e britannica, facendo rientrare l'UE nella cosiddetta "Anglosfera".
Eppure nel patrimonio storico europeo c'è la lingua latina che avrebbe il pregio di essere stata usata da tutti in passato (chi più e chi meno, ma tutti), di essere ancora studiata e adoperata, e di non essere la lingua di uno Stato in particolare, se si esclude il caso particolare del Vaticano che comunque non è tecnicamente Membro UE.
Solo che riappropriarsi del latino significherebbe riappropriarsi di tutto quell'immenso patrimonio filosofico, storico, culturale, politico e soprattutto spirituale che giorno dopo giorno farebbe emancipare gli europei dalla dominazione imposta nel 1945 e tuttora perdurante.
"Uazz'Ameriga! Hau diu dù? Mi for tu! Du iu want mostarda? So' fforti i amerigani!" diceva Alberto Sordi, coglionando gli americani che infatti non gli hanno mai dato un premio. Il premio invece lo danno al fedele Draghi di turno, al "I shish" di Rignano sull'Arno, a tutti i servi e tirapiedi che si prostrano a Zio Sam per fare carriera, dimentichi che "sic transit gloria mundi" e "memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris".

 

Condividi articolo