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Politica e Società 07-11-2022

LA FRATTURA POLITICA CITTA'/CAMPAGNA (PROVINCIA)

In occasione delle elezioni USA di medio termine ritengo utile far riflettere su quella che è a mio avviso la più netta "linea di frattura" della politica contemporanea: il voto diametralmente opposto tra chi risiede nelle grandi città e chi risiede nei piccoli centri.

 

 

In occasione delle elezioni di Mid Term che tutto il mondo attende, anche se probabilmente non cambierà granché rispetto all'attuale composizione di Congresso e Senato, è interessante analizzare un aspetto che è evidenziato dall'analisi del voto in tutte le democrazie occidentali, ma che per il particolare sistema elettorale maggioritario americano risulta lampante nelle mappe statistiche degli USA. Esso riguarda la linea di cleavage ("linea di frattura del consenso", secondo la teoria dello scienziato della politica classico Stein Rokkan) "città - campagna" che sta diventando il più evidente solco nella contrapposizione tra opposte weltanschauung ("visioni del mondo" in italiano).

Alla visione rainbow & woke, ovvero del "mondialismo progressista arcobaleno" che i cinesi chiamano baizuo ("Sinistra dei bianchi"), tipica delle metropoli tecnologiche, frenetiche e liquide dove prevale la mentalità soggettivista, volontarista e giuspositivista legata alla tecnica, si contrappone la visione my country firstdel "sovranismo conservatore comunitario" che è invece tipica delle cittadine di provincia, dei paesi, delle campagne e colline, dove prevale invece la tradizione culturale, con le radici spirituali e una mentalità oggettivista e giusnaturalista legata all'ordine naturale.

Negli USA il fenomeno è più evidente per come è distribuita la popolazione sul territorio, in conseguenza delle dinamiche della colonizzazione che ha generato le grandi agglomerazioni urbane sulle coste dei due oceani e nella zona dei grandi laghi, lasciando un vastissimo territorio a bassa densità abitativa nel resto della federazione. E' un fatto incontrovertibile che nelle grandi città il voto è per il progressista Partito Democratico (DEM - colore blu nelle mappe) così come nel resto del Paese il voto è per il conservatore Partito Repubblicano (Great Old Party o GOP - colore rosso nelle mappe). Ma la stessa dinamica si riscontra in Germania, in Italia, in Gran Bretagna e in Spagna, per non parlare del caso "Parigi contro Francia" dove l'evidenza è esasperata dalla grande concentrazione demografica della capitale rispetto al resto dello Stato.

Questa cosa offre moltissimi spunti di riflessione, ma io qui mi limito a due: il primo è che in un mondo che dal 2018 (fonte ONU) ha visto il sorpasso a livello mondiale della popolazione urbana su quella rurale si deve ragionare sul cambio di civiltà umana in atto; il secondo è - rimanendo nei Paesi più evoluti - la necessità di riflettere sulla profonda differenza della vita quotidiana tra le persone che abitano nelle metropoli e quelle che abitano in provincia nei piccoli centri o in borghi e contrade.

Sul fatto che la legge debba essere uguale, sia dal punto di vista puramente amministrativo che per molti aspetti di carattere valoriale, per persone che hanno condizioni di vita e valori da queste derivanti profondamente diversi pare davvero ingiusto, in base al principio sacrosanto del Diritto che impone, ai fini della Giustizia, di "trattare fattispecie uguali in modo uguale e fattispecie diverse in modo diverso". Le risposte ai bisogni che vanno bene per una metropoli (tributarie, lavorative, sociali, eccetera) non sono adatte ai bisogni diversi della vita di provincia e viceversa; il voto politico lo traduce in evidenze concrete e, forse, sarebbe il caso di cominciare a ragionare sull'ipotesi di ammodernare le istituzioni statali rispetto alla mentalità centralista, uniformatrice e omologante che ha caratterizzato gli Stati moderni negli ultimi due secoli.

L'idea di un federalismo che non abbia come unico modello concettuale il "puzzle", ma che prenda in considerazione anche il modello concettuale dei "cerchi concentrici", oppure perfino del "manto pezzato", accompagnato da una mentalità aperta alla riorganizzazione periodica e dinamica ogni 25 o 30 anni, sarebbe probabilmente più adatto e più giusto in relazione al modo in cui sta evolvendo la società umana.

Intanto osserviamo le elezioni di Mid Term con il cuore sospeso per le conseguenze che ne deriveranno nella delicata situazione mondiale attuale, pur sapendo che assai difficilmente cambieranno queste tendenze di lungo termine che non sono legate alla contingenza e all'attualità.

 

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