GIALLO A VICENZA
Il misterioso caso del serial killer conosciuto come "cambio di stagione".
Continuate a seguirmi per le nuove puntate dei gialli inestricabili delle "vittime di qualcosa"...
Non sto qua a negare che l'ironia fosse indirizzata alla comunicazione dei giornali circa le tanti morti definite inspiegabili che molti sospettano siano in correlazione con la somministrazione di varie dosi dei sieri comunemente definiti "vaccini anti Covid-19". Ma io non ho fatto un riferimento ai vaccini, ho semplicemente sottolineato l'aspetto comico e grottesco della locandina del Giornale di Vicenza che, come tutti gli altri giornali, attribuisce l'altrimenti inspiegabile crescita di morti per fattori cardiocircolatori (infarti, ictus, trombosi, embolie, emorragie, arresti cardiaci improvvisi, eccetera) ai fattori più disparati, dallo stress al cibo, dal caldo al cambio di stagione.
Naturalmente i commenti si sono scatenati in modo unidirezionale verso l'elemento dei vaccini, che tutti possono vedere non essere nemmeno sfiorato dal mio post che in poche ore ha sommato molte decine di commenti e molte centinaia di "likes". Forse questo traffico ha destato l'attenzione del censore che ha oscurato il post e ha comminato l'ennesima sanzione, consistente stavolta in 30 giorni di blocco del profilo. Sono ormai a un passo dall'eliminazione da Facebook, visto il meccanismo di sanzioni crescenti che ho ormai completato, pur senza mai essere volgare e addirittura senza nemmeno toccare argomenti sensibili, se non nell'interpretazione che ne viene data da chi legge. Sfido chiunque a dire che io, in questo post, stia alludendo alla mortalità indotta dai vaccini e non stia invece parlando della comunicazione ridicola dei mass media attorno al fenomeno dell'incremento delle morti improvvise.
Siamo dunque al processo alle intenzioni e alla censura preventiva, cosa che ci porta a dover fare un ragionamento sulla legittimità di Facebook a comminare sanzioni che limitano il diritto costituzionale della libertà di stampa e di parola (articolo 21 Costituzione).
Si dice: Facebook è privato e perciò ognuno fa quel che vuole a casa sua, Beh, fino a un certo punto! La legge non si può violare nemmeno in casa propria e non serve fare esempi a cui tutti possono arrivare da soli. Si dice: Facebook non è un servizio pubblico e chi si iscrive accetta le regole della comunità. Obietto che quando mi sono iscritto non ho letto, da nessuna parte, che non fosse possibile condividere locandine pubbliche che riportano notizie ordinarie, commentando in modo civile e senza far menzione di argomenti diventati "sensibili" nell'ultimo periodo. Sarebbe come se io mi iscrivessi a un club e ne venissi estromesso non per violazione delle norme statutarie, ma perché il Direttivo del club pensa che io abbia intenzione di violarle.
Il problema è serio, soprattutto per il fatto che milioni e milioni di persone usano i social per comunicare e scambiare opinioni. La portata del fenomeno non può più essere regolamentata come se si trattasse di una chat studentesca. Se Facebook applica la censura ed estromette certuni contenuti, addirittura sulla base di mere supposizioni o per via delle reazioni che un post genera, anziché per il contenuto in sè, siamo di fronte a una precisa linea editoriale e allora Facebook andrebbe sottoposto alla normativa per l'editoria, con onori e oneri connessi.
Per fortuna, almeno per quanto mi riguarda, ho provveduto appena in tempo a dar vita a questo sito, a beneficio di chi ha interesse per i contenuti che divulgo. E' ormai ovvio che la cancellazione del mio profilo Facebook si sta avvicinando sempre di più, ma questa ingiustizia della censura deve venir denunciata e combattuta perché è un altro dei sintomi evidenti di come l'Occidente a guida americana stia scivolando, direi meglio che sta declinando, verso una dittatura che da strisciante si fa sempre più galoppante.