IL PUNTO SULLA GUERRA - Nuova strategia russa
La guerra in Ucraina è da tempo diventata tra Russia e NATO e la Russia ne ha preso atto, cambiando strategia per arrivare alla vittoria
La conquista da parte dei russi della cittadina di Bakhmut (Artemovsk in russo) pone fine a una fase della guerra e permette di fare il punto della situazione, dopo il primo lungo inverno di un conflitto che durerà almeno fino a tutto l'anno prossimo.
Bakhmut non è mai stata un centro strategico, ma è diventata importante perché elevata al rango di simbolo da entrambe le parti e vi si è consumata una battaglia durata per tutto l'inverno fino alla vittoria russa. La città è inevitabilmente distrutta, come lo saranno tutte le altre che si troveranno nella stessa situazione.
Per conquistare Bakhmut/Artemovsk i russi non hanno usato l'esercito regolare, ma l'armata mercenaria "Wagner" del famigerato Prigozhin, il miliardario russo che mette al servizio del suo Governo i suoi mercenari selezionati in tutta la Federazione Russa tra tagliagole di varia estrazione: carcerati, veterani, fanatici religiosi sia islamici che cristiano-ortodossi. L'esercito regolare è rimasto a puntellare le retrovie e i fianchi dell'avanzata dell'armata "Wagner", limitando così le perdite umane a numeri bassissimi, mentre nel "tritacarne Bakhmut" l'esercito regolare ucraino è stato massacrato e decimato, l'armata mercenaria "Mozart" (nata come contrapposizione alla "Wagner") è stata annientata e la promessa controffensiva di primavera è ormai sfumata, per i continui rinvii dovuti allo stallo della battaglia di Bakhmut che ora è finito con la vittoria russa.
La guerra è diventata già da molti mesi una faccenda che non si gioca più tra Ucraina e Russia, poiché l'Ucraina ha esaurito le capacità autonome di resistenza già nell'autunno del 2022. Ora è intervenuta la NATO, seppure ancora in modo mascherato sul campo di battaglia, e tutto l'Occidente comandato d'imperio da USA e Regno Unito (UK) sta fornendo denaro, armi e uomini all'Ucraina usata come campo di battaglia per la guerra contro la Russia. Una guerra che sempre più chiaramente si dimostra pianificata da tempo dagli angloamericani, con una strategia che è stata sospesa nei 4 anni della presidenza di Trump e che è ripresa non appena il Deep State mondialista ha ripreso il potere a Washington.
Ben consci di queste intenzioni, Putin con i suoi ministri e generali hanno provato a vincere la guerra rapidamente sperando che l'appoggio della NATO rimanesse esterno; ma quando hanno capito che USA e UK si stavano impegnando direttamente, hanno cambiato strategia e ora vediamo il loro attuale punto di vista.
Sul piano economico, che è la base imprescindibile per una guerra di lungo termine, la Russia ha avviato la "dedollarizzazione" dell'economia mondiale, in alleanza soprattutto con Cina e India, ma seguita anche da gran parte del mondo arabo e da diversi Paesi di Africa e America Latina. Questo per rendersi autonomi economicamente, nonostante le sanzioni finanziarie e commerciali imposte da Washington e Londra, e l'operazione sta riuscendo alla grande secondo tutti gli indici economici ufficiali. Come effetto collaterale, gli USA stanno andando incontro a gravi problemi sul fronte bancario e della Finanza Pubblica interna, altro risultato considerevole in prospettiva elettorale per il 2024, quando il Deep State mondialista verrà nuovamente sfidato dal gruppo di potere che sta dietro a Donald Trump e che non vuole proseguire la guerra contro la Russia.
Sul piano militare, la Russia in Ucraina ha rispolverato, mutatis mutandis, la vecchia e perenne tattica attendista del suo esercito, contando sul tempo e sulle risorse sterminate di cui dispone. Essendo inutile e dannoso mandare al macello l'esercito regolare, i compiti d'assalto vengono affidati al Gruppo Wagner, le cui perdite non colpiscono l'opinione pubblica e non minano il consenso, peraltro altissimo, al presidente Putin e al suo Governo e Stato Maggiore. L'esercito regolare svolge invece un lavoro di difesa dei territori conquistati e poi annessi con scontato referendum nel 2022, lasciando ai nemici l'iniziativa d'assalto che comporta un numero maggiore di perdite umane. Con questa decisione, la Russia tiene di riserva il potenziale bellico per un eventuale confronto su larga scala con la NATO, risparmia l'aviazione e preserva l'arsenale balistico, mentre l'industria militare lavora a pieno organico per aumentare le disponibilità.
A cosa mira in questo momento Putin? Non è difficile capirlo: mantenere le conquiste territoriali fatte finora, consolidare l'economia e la svolta multipolare a livello geopolitico, ridurre al minimo le perdite di soldati regolari al fronte, dare riposo al Gruppo Wagner per farlo riorganizzare in vista del prossimo inverno, sfinire l'opinione pubblica occidentale, soprattutto quella statunitense, poiché questa guerra proseguirà finché a comandare l'Occidente ci sarà il Deep State progressista e mondialista insediato a Washington e Londra, con le sue ramificazioni che si palesano tra Wall Street e Davos.
Se a novembre 2024 dovesse tornare al potere Trump, o un altro uomo rispondente ai poteri che finora hanno puntato su di lui, la guerra in Ucraina avrà termine a febbraio 2025, dopo 3 anni dall'inizio della "Operazione Militare Speciale" voluta da Putin come rimedio alla violazione degli Accordi di Minsk 1 e 2. Se invece il potere rimarrà al Deep State, allora avremo un'escalation violenta e solo i fanatici più stupidi non si renderanno conto di quale reale significato e implicazioni abbia l'Agenda 2030 che, nel frattempo, sta avanzando ogni giorno tra artificiali emergenze sanitarie, climatiche, finanziarie e belliche.
Una cosa è certa, comunque: la Russia è preparata ad entrambe le evenienze e ha le risorse per proseguire la guerra convenzionale molto a lungo, più a lungo di quanto non possa fare l'Anglosfera occidentale. La speranza è che il Deep State venga sconfitto democraticamente all'interno dell'Occidente e che la vittoria militare russa, inevitabile sul lungo termine, non diventi una sconfitta per tutti gli Stati sottomessi a USA e UK tramite NATO e UE, anche perchè l'élite mondialista non è disposta ad accettare l'inevitabile sconfitta della guerra convenzionale e sarà pronta, quando si prospetterà il disastro in modo chiaro, a passare al conflitto aperto e all'escalation nucleare. Per questo motivo noi europei, che in maggioranza non vogliamo fare guerra contro la Russia, dobbiamo impegnarci per diffondere la retorica della pace immediata al giusto costo, contro quella minoranza di fanatici che non riesce o non vuole capire che la situazione è esattamente quella descritta in questo articolo. L'impero angloamericano ha imboccato la via del tramonto, cerchiamo di non finire in due secoli di devastazione come quelli che seguirono la caduta dell'impero romano. Con la pace e con la diplomazia nulla è perduto, con la guerra tutto può esserlo.