I "Centennials" sembrano scimmiette addestrate
La "Generazione Z" (nati fra il 1997 e il 2012) è quella attualmente protagonista delle manifestazioni studentesche che hanno una caratteristica nuova, rispetto al passato: non vanno mai contro al Potere, ma vanno a reclamare l'applicazione dell'Agenda del Potere contro chi si oppone.
"I giovani d'oggi sono in piazza a protestare contro un fantomatico fascismo, al fianco di chi, non meno di due anni fa li ha chiusi in casa, impedito lo studio, obbligati all'inoculazione, discriminato i propri coetanei impedendogli di accedere ad un mezzo pubblico. Fantastico."
Mi è capitato di leggere questo post sui social e non posso che trovarmi d'accordo. Al tempo stesso, però, mi devo anche chiedere: perché? Come può avvenire una tale dissociazione mentale di massa? Com'è possibile che vi sia la sensazione, supportata da molti fatti e prove, che questa generazione di studenti non abbia il minimo senso critico e aderisca supinamente a tutto quello che viene promosso dal potere mondialista. Naturalmente non si parla del 100% dei ragazzi, ma comunque della larga maggioranza e, in ogni caso, della totalità di quelli che si esprimono pubblicamente. Cerchiamo di capire caratteristiche e motivazioni di questi ragazzi, basandoci su dati oggettivi per trarre le considerazioni appropriate.
Innanzitutto, quali sono le caratteristiche della cosiddetta "Generazione Z" (o dei "Centennials" - 1997-2012) seguita alla "Generazione Y" (o dei "Millennials" - 1980-1996)? Vediamole punto per punto, per i tratti essenziali.
Un primo elemento, direi il più importante per caratterizzare questa generazione, è dato dalla Tecnologia: i membri della Generazione Z sono cresciuti con la tecnologia e sono molto abili nell'uso di smartphone, tablet e social media. Sono in grado di comunicare rapidamente e in modo efficace attraverso la tecnologia e di avere accesso a una vasta quantità di informazioni. Tuttavia, alla quantità di informazioni non fa da contrappeso la qualità, né tantomento la capacità di distinguere le fonti attendibili da quelle tendenziose. Spesso, gli algoritmi di internet promuovono ai primi posti delle ricerche i siti che sono sostenuti dal potere economico e politico, interessati a veicolare la propria visione del mondo e la propria opinione sui temi specifici, ammantandola di scientificità e facendola apparire come incontestabile. Ragazzi bombardati dall'informazione, abituati a cercare risposte rapide e preconfezionate, poco abituati alla riflessione e al "vuoto informativo" o alla "noia creativa", che sono elementi essenziali per sviluppare un pensiero proprio, finiscono per far proprie le prime risposte che vengono offerte sulle tematiche sociali, risposte standardizzate e supportate anche dalla narrazione mainstream, per mezzo di influencer e VIP dello star system.
Essi hanno una dipendenza da internet tanto radicata da esserne quasi inconsapevoli, poiché hanno lo smartphone sempre a portata di mano e lo utilizzano perfino sovrappensiero centinaia di volte al giorno. Dalla rete traggono le informazioni più che dalla TV, e spesso sono informazioni condivise dal gruppo di amici e conoscenti attraverso le chat di comunicazione che sono uno strumento insidioso, poiché tende a formare le cosiddette "bolle social", ovvero luoghi virtuali impermeabili al confronto con posizioni diverse nei quali ci si dà ragione a vicenda. Questo genera conformismo e mancanza di spirito critico.
Un secondo elemento è dato dalla Scuola: oggi, e già da tempo, la scuola tende non più a educare (da "ex ducere", cioè "tirar fuori" ciò che uno ha dentro) e quindi a fornire i mezzi per "pensare con la propria testa", ma tende a addestrare e indottrinare, ovvero a fornire le abilità (skills) e le competenze per svolgere diligentemente le mansioni a cui si è indirizzati, premiando l'obbedienza e la conformità anziché la creatività e l'originalità; inoltre da molto tempo la scuola è divenuta un luogo d'occupazione politica del progressismo, con insegnanti militanti che in tasca hanno la tessera del partito progressista e mondialista preponderante nel Paese (in Italia quella del PD) e che non mancano di usare la cattedra per scopi di propaganda. Quando insegnavo al Liceo, c'erano due insegnanti donne che guardavano il tema della lezione da me tenuta per poi fare il controcanto, pur non avendo alcuna competenza per farlo, essendo docenti di materie scientifiche che andavano a cimentarsi sul terreno umanistico e filosofico. Furono i ragazzi a rivelarmelo e non ne fui affatto sorpreso. Loro avevano la fortuna di avere un insegnante che offriva loro tutte le possibili chiavi d'interpretazione, ma quanti hanno la stessa possibilità? In 7 anni di insegnamento al Liceo avrò trovato forse 5 colleghi non allineati al pensiero progressista e mondialista, gli altri - chi più e chi meno - erano tutti da quella parte.
Un terzo elemento è dato dalla propaganda verso le transizioni digitale ed ecologica e verso la fluidità di genere cui sono stati sottoposti fin dal primo giorno di scuola. L'adesione alla narrazione del Potere è quasi un obbligo per non sentirsi emarginati e i pochi che hanno il coraggio di dissentire vengono effettivamente messi a disagio dai loro stessi compagni. Anni di Greta Thunberg, di Maneskin e di Tik Tok hanno confezionato una generazione di automi pronti ad obbedire agli insegnanti, allo Stato, a "quel che dice internet" e non importa se persone con istruzione certificata, titoli accademici e vita specchiata dicono il contrario: verranno liquidati con un semplice "OK boomer" e contrapponendo a Premi Nobel e Lauree d'eccellenza l'oracolare affermazione del sito di debunking gestito da ragazzotti come loro, con solo qualche anno in più, puntualmente finanziato (a loro insaputa, ma anche se lo sapessero nulla cambierebbe) da ambienti progressisti.
Il risultato è quello di vederli scendere in piazza a sostenere l'agenda di Davos del World Economic Forum, ecologista ma in senso antiumano, neomalthusiana, anticristiana, tecnocratica. Li vedi accettare l'apartheid sanitario senza battere ciglio, salvo sviluppare patologie nervose e psicologiche pesanti, li vedi accettare i TSO vaccinali, li vedi accettare la precarizzazione del lavoro e la distruzione del welfare causata dall'immigrazionismo, ma poi protestano contro il fascismo immaginario che, al giorno d'oggi, equivale a protestare contro i guelfi neri del 1300 o contro il Lato Oscuro della Forza della saga di Guerre Stellari. Non ci sono Balilla, non ci sono camicie nere, non c'è il Gran Consiglio del Fascismo, non ci sono le squadracce con manganelli e olio di ricino, non ci sono leggi razziali, non c'è nulla di tutto questo, se non nei libri di Storia! Peraltro, c'è ben di peggio da contestare e da combattere, se solo si rivolgesse lo sguardo verso Davos e verso i servi in Parlamento del WEF!
Ma questo non lo trovi su Tik Tok, il sito di debunking afferma che sono bufale, i cantanti e gli attori dicono tutti le stesse cose che diceva la professoressa di Scienze con i capelli bianchi e la gonna di jeans, e pure quella di inglese che abbracciava gli alberi o il professore di filosofia che leggeva sempre La Repubblica. Cosa vuoi che ne capiscano i "boomer"?