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Politica e Società 24-11-2022

GOVERNO RIMANDATO AL 2023

L'analisi del testo della manovra economica non incoraggia all'ottimismo chi spera in un cambiamento nella società impresso dal nuovo Esecutivo

 

 

La lettura dei 136 punti della manovra economica proposta dal Governo Meloni sarebbe abbastanza deludente, poiché dà la sensazione di una serie di provvedimenti tampone. Qualcosa è stato inserito alle voci Sanità, sostegno alle famiglie, riduzione del costo del lavoro e pace fiscale, welfare; ma è evidente che la situazione presente non concedeva spazio di manovra, perché si tratta davvero di poca cosa.
 

Oltre gli annunci, la verità è che la sostanza viene rimandata al 2023 e il resto sono tutte misure temporanee per far fronte a questioni immediate, ma manca completamente una visione d'insieme che faccia pensare a un qualsivoglia cambiamento.
 

Io, come sanno i miei lettori, non ho votato alle ultime elezioni politiche e non ho la minima fiducia in questa compagine di governo, proprio perché sono convinto che nulla cambierà, tranne la moratoria di qualche anno sull'applicazione dell'agenda arcobaleno che verrà riattivata, con grande virulenza, non appena torneranno al potere i partiti mondialisti. Questa Destra, a mio giudizio, non ha gli strumenti culturali per proporre un modello alternativo a quello promosso dalla Sinistra mondialista, manca proprio l'elaborazione di una visione del mondo organica dalla quale attingere per le azioni concrete di governo; non c'è pensiero, non c'è ideologia, non c'è neanche la capacità di attualizzare almeno il patrimonio della tradizione politica di quella parte. Solo slogan elettorali, finora, che al momento di governare si infrangono sulla realtà come le onde del mare sul frangiflutti della costa.
 

Per adesso possiamo dire che l'onestà impone di riconoscere al Governo Meloni la mancanza di tempo, dopo le recenti elezioni, per lavorare a una manovra di largo respiro, tale da finanziare un cambiamento radicale della società, smontando pezzo per pezzo l'abominio costruito dalla Sinistra negli ultimi 12 anni nei quali ha avuto un potere quasi ininterrotto, nonostante mai abbia vinto le elezioni.
Ma, al tempo stesso, il buon senso fa essere pessimisti perché non ci sono segnali, sul piano dei contenuti intellettuali che si evincono dalla dialettica delle compagini di Governo, della volontà di cambiare le cose. Qualche timido vagito proviene dal Ministro dell'Agricoltura (o come diavolo si chiama adesso quel ministero) e da quello degli Interni, ma per ora sono più che altro parole.

Non mi sento dunque di stroncare la signora Meloni e i suoi colleghi, viste le induscutibili attenuanti. Tuttavia sono pronto a scommettere che tale stroncatura sarà inevitabile, dal mio punto di vista di antimondialista estremo, fra un anno a quest'ora. Sempre che i mondialisti non riprendano il potere prima di quella data, con uno dei colpi di mano da parte di UE o BCE di cui siamo già esperti per il recente passato.

 

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