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Politica e Società 21-11-2022

E se l'Identità Digitale venisse usata per cancellarti?

In questo breve racconto di Samuel S. possiamo toccare con mano cosa ci riserva la società del futuro, se la "transizione digitale" sostituirà le pratiche attuali anziché affiancarle con nuove opzioni. Cronaca di una distopia imminente.

 

 

Con una breve storiella vogliamo far riflettere tutti quanti sui rischi collegati all'abuso dello strumento dell'identità digitale, di cui sempre più si sente parlare. Questa storiella vuole essere semplice, fresca, con ritmo veloce, frasi corte, parole semplici, senza tante costruzioni lessicali o grammaticali ricercate: conta solo quanto narrato. Essa si ispira a un fatto che avviene poco più di un anno fa: il protagonista è una persona normale, come tante; gli abbiamo dato un nome di fantasia, Enrico, scelto soprattutto per la sua affascinante etimologia che significa "forte in patria, forte in casa" (ma potete sostituirlo con altri nomi a piacere, se volete. Anche con il Vostro, se vorrete vestire i suoi panni, o quelli di tanti altri che hanno affrontato calvari simili).

Tutto inizia il 15 ottobre del 2021. Enrico lavora come capo reparto in una importante azienda del Veneto. Il suo è un ruolo di responsabilità, che svolge con bravura ed umanità, tanto da venire apprezzato da tutti i suoi colleghi. Enrico, come ogni mattina da anni, si presenta puntuale per timbrare il cartellino: è quanto prevede il suo contratto di lavoro come condizione per poter accedere ai locali aziendali e svolgere le proprie mansioni.

Anche quel 15 ottobre del 2021 Enrico arriva puntuale. Il suo senso del dovere gli rende lieve il suo compito. Lo fa per i suoi figli e per sua moglie. Sa che alla sera tornerà a casa stanco ma felice di come avrà svolto con impegno il suo lavoro all’interno dell’azienda; sa che potrà raccontarlo ai suoi tre piccolini. Sono la sua forza. Il loro abbraccio lo rende felice. Lo sguardo della moglie lo rende orgoglioso. Enrico può timbrare perché è regolarmente lì, in carne ed ossa, in anima e corpo, come ogni giorno. Enrico è lì ai cancelli d'entrata. Mancano pochi passi per questa nuova giornata di lavoro. Come accade da anni. Il suo pensiero è già proiettato alle difficoltà che dovrà disbrigare.

Un fatto nuovo, però, sconvolge queste abitudini. Enrico è lì, ma quel giorno non è sufficiente. Qualche decisore politico ha previsto che non è più sufficiente che ci sia Enrico in carne ed ossa. Dio ha creato Enrico e gli ha dato la sua identità naturale. Qualcuno gli ha affibbiato una identità digitale. E deciso che Enrico-digitale per poter essere attivato, per esistere correttamente, deve rispettare l'ordine impartito: questa volta è quello di violare il suo corpo reale. Enrico-identità-naturale, creatura di Dio, è lì al cancello pronto a entrare. Enrico-identità-digitale, fabbricazione di umani superbi, non c'è, invece, perché non si è conformato al diktat. E ciò basta, da quel giorno, ad annientare Enrico identità naturale, a cancellarlo. È lì, in carne ed ossa, in anima e corpo, ma è come non ci fosse, perché la sua identità digitale non c'è, non è stata attivata in quanto non è stata rispettata la condizione per la sua esistenza. Enrico è incredulo. Enrico si appella a quei colleghi che lo stimavano, e che lui chiamava amici, ma che ora gli impediscono l’ingresso in azienda. “Ma non mi vedete? Io sono qui, come ogni giorno”. Ma loro: “non ti conosciamo, non risulti nell’elenco, non puoi entrare”.

Chi ha il potere di fabbricare quella identità digitale, di Enrico e di tutti, ha impartito il suo primo comandamento: ti devi inoculare. Per chi non ha eseguito, la pena è la cacciata dal "paradiso" digitale dell'esistenza, come da loro prevista. Enrico è lì, ma la sua identità digitale no. Enrico diventa un non-uomo, un non-essere. Quel cancello non lo varca quel giorno. Quel giorno non timbra il cartellino. I creatori della sua identità digitale hanno annientato la sua identità naturale. L'identità digitale viene sostituita a quella naturale. Quei criminali si sono quel giorno sostituiti a Dio. È sempre così che agisce la superbia degli uomini, nel momento in cui giocano a fare gli onnipotenti, ad esercitare il diritto di vita e di morte sugli altri.

Enrico questo non lo aveva compreso nei giorni precedenti. Lo intuisce quel giorno. Sulla propria pelle, quella naturale. E capisce che da quel momento avrebbe combattuto, come novello Davide, contro il novello Golia. Capisce che la lotta sarebbe stata feroce perché questi superbi che vogliono usurpare i poteri di Dio hanno in volontà di creare un inferno in terra. Loro al vertice della piramide, pronti a schiacciare quella che considerano massa umana, che vorrebbero gettare ai loro piedi. Enrico capisce anche, quel giorno, cosa significa la parola “vocazione”: sente di essere stato chiamato a resistere contro questi demoni.

 

Autore: Samuel S.

 

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