Blocco email: e se succedesse col denaro digitale?
La sospensione del servizio di posta elettronica in Italia dura da 5 giorni e non si vede ancora la soluzione. E' una buona occasione per riflettere sulla "transizione digitale" in atto.
Da domenica 22 gennaio al momento in cui scrivo queste righe (giovedì 26) è bloccato il sistema delle caselle email della piattaforma ItaliaOnLine che serve molti milioni di persone nella Repubblica Italiana, causando gravi disagi a chi utilizza la casella di posta elettronica anche (o solo) per lavorare. Dopo 5 giorni ancora non si vede un termine per la soluzione del problema e il disservizio perdura. Si riesce a immaginare uno scenario simile applicato alla moneta digitale, in assenza di contante?
Da tempo l'agenda mondialista prevede la "transizione digitale" che mira, tra le altre cose, alla completa sostituzione del denaro contante con la moneta digitale e questo disservizio informatico sulle caselle email cade a fagiolo, come si suol dire. Finalmente anche i più plagiati dalla propaganda, quelli che nei mesi scorsi facevano a gara a recarsi al bar solo per ordinare un caffè e pagarlo con la carta di credito, come per dimostrarsi più evoluti e più alla moda dei trogloditi che difendono il contante, dovranno fare i conti con le ragioni di quelli che sono assai meno trogloditi di loro.
Punto primo, il più facile da capire: se un simile disservizio informatico dovesse capitare sul sistema dei pagamenti, oppure anche solo sul sistema informatico di uno o alcuni istituti bancari, non sarebbe più possibile agli utenti fare alcuna spesa fino al ripristino del servizio. Vuol dire non poter fare la spesa alimentare, non poter fare il pieno di benzina, non poter salire su un mezzo pubblico, non poter andare al bar o al ristorante, non poter pagare le bollette o le eventuali rate in scadenza, non poter pagare un farmaco necessario, eccetera, eccetera... Passi un giorno, passino due, ma già dopo 5 giorni di un improvviso disservizio del genere i problemi comincerebbero ad aggravarsi, per diventare ogni ora più stringenti. E qui stiamo parlando solo di un disservizio. Ma c'è di più.
Punto secondo: nel momento in cui si eliminasse il contante per sostituirlo con la moneta virtuale, come chiaramente è stato detto che sarebbe nelle intenzioni dei fautori della transizione digitale, si aprirebbero scenari inquietanti dal punto di vista politico, poiché la misura del blocco del conto corrente potrebbe diventare un'arma devastante nelle mani non solo del Governo centrale, ma addirittura dell'amministrazione comunale che, ottenendone l'autorizzazione, potrebbe obbligare il cittadino a piegarsi e a rinunciare a eventuali ricorsi su contenziosi aperti per poter ancora vivere liberamente. Lo abbiamo visto fare in Canada con lo sciopero dei camionisti: non le forze di polizia, ma il blocco dei conti correnti e delle carte di pagamento - individuati tramite il rilevamento delle targhe degli automezzi - ha costretto alla ritirata quei cittadini che stavano esercitando una protesta per far valere i loro diritti. Un esempio emblematico del potere di repressione che l'eliminazione del contante consegnerebbe nelle mani dello Stato e di chi detiene il potere.
Punto terzo: a dispetto dei fanatici della moneta virtuale che propagandano la fine delle rapine a mano armata, cosa vera quanto ovvia, i reati per furti e truffe informatiche sono in enorme crescita e non si riesce a individuare il colpevole. Non si fanno più rischiose rapine a mano armata, dove manca il contante, perché è inutile, ma non per questo diminuiscono i furti e le garanzie per i derubati al momento sono quasi assenti, poiché la tendenza attuale è di attribuire la colpa della violazione a un imprudente utilizzo dei dati di accesso da parte del cliente; il quale si trova con l'onere della prova di dimostrare, cosa non facile, che non ha fornito a nessuno, nemmeno per errore, i dati sensibili. Parlo per esperienza diretta, avendo subito tempo fa un furto di 400 Euro da una carta postale prepagata senza aver potuto ottenere ragione.
Pertanto sia benedetto il crack informatico che sta paralizzando, o fortemente penalizzando, le attività di milioni di persone in Italia in questa terza decade di Gennaio 2023, perché offre a tutti, anche ai più fanatici o ai più recalcitranti, l'occasione per rendersi conto che il contante non deve mai venire abolito. La moneta digitale può essere un servizio aggiuntivo, al quale accedere nella misura che ciascuno desidera e a suo onere, ma non deve sostituire quella che è una delle principali fonti dell'esercizio della libertà civile: il denaro contante, parte liquida della proprietà privata.