Pro Cash: in difesa del contante contro il mondialismo
La svolta tecnocratica in atto in tutto l'Occidente reca in sè i germi del totalitarismo. Per resistere bisogna dar vita a una comunità parallela autosufficiente che permetta di sopravvivere senza lo Stato
Uno degli obiettivi del Great Reset, annunciato ai 4 venti dal World Economic Forum - dove vengono presentate le tendenze politiche dell'élite mondialista che indirizza la politica degli Stati occidentali - è la progressiva abolizione del contante e la sua sostituzione con la moneta digitale, passaggio necessario per sottomettere i cittadini allo strapotere dello Stato e di chi ne regge le fila.
Tale innovazione viene sponsorizzata da tempo tramite il sistema bancario e quello mediatico che ne decanta le virtù: lotta all'evasione fiscale, contrasto alla criminalità, rapidità e precisione nei pagamenti.
Vengono taciuti invece i risvolti gravemente negativi che minano la libertà delle persone, che sono: l'obbligo di avere un conto corrente bancario con le relative spese, l'ostacolo insormontabile alla piccola economia di pura sussistenza che ha un valore non solo economico, ma soprattutto la facoltà dello Stato di imporre vincoli o restrizioni alla possibilità di spendere il denaro a quelle persone che non si volessero adeguare a una decisione politica collettiva assunta dal Governo, anche quando questa riguardasse temi etici o filosofici per i quali sempre dovrebbe valere la libertà di coscienza.
Diventa facile capire come l'eliminazione del contante sarebbe uno strumento potenzialmente terrificante, poiché gli uomini al potere potrebbero introdurre norme di premialità sociale che obbligherebbero le persone a determinate scelte di consumo, di comportamento, di pensiero e di parola, di movimento, di abitazione e di tante altre facoltà che la libertà di spendere il proprio denaro concedono. Non solo: la già ipotizzata "moneta digitale a tempo" ridurrebbe la possibilità di risparmiare, addirittura annullandola nel medio o lungo periodo, rendendo impossibile per esempio l'accumulo di ricchezza, l'investimento nella proprietà privata, la destinazione di un'eredità liquida ai figli.
La resistenza al totalitarismo, portato dal Great Reset in atto, deve cominciare dalla presa di coscienza di quanto sta avvenendo e dei mezzi che vengono usati, per contrastarne gli effetti e ottenere spazi di libertà per gli uomini senza potere politico. Dar vita a una comunità parallela è diventata un'esigenza non più procrastinabile: la produzione e il commercio di cibo, attraverso agricoltura e allevamento sottratti al circuito abituale della distribuzione, così come la produzione di vestiti, prodotti d'artigianato, beni di prima necessità, avrà bisogno della possibilità di usare il contante; così anche la scuola comunitaria non statale, l'informazione indipendente, il lavoro, la mobilità. Tutto questo, per funzionare, ha bisogno dell'affermazione del diritto a usare il contante in alternativa alla moneta digitale. Ma non basta.
La grande battaglia ideologica dei tempi appena iniziati è quella in favore di "una comunità dove è permesso tutto quello che non è espressamente vietato", contro il principio totalitario - introdotto sperimentalmente col Green Pass - di "una società dove è vietato tutto quello che non viene espressamente permesso e subordinato al possesso di un lasciapassare". La moneta digitale può venire sottoposta al blocco in qualsiasi istante, se non si è idonei secondo i parametri stabiliti dallo Stato, rendendo i cittadini dei semplici sudditi con permesso sempre revocabile di consumare quello che dice il Governo, nella misura e nella qualità stabilita dai governanti.
Non si tratta quindi di essere contrari all'utilizzo della moneta digitale, ma di pretendere che venga mantenuto il corso legale della moneta contante per non attribuire ai politici, che sono uomini fallibili e corruttibili come molti, un potere assolutamente smisurato rispetto alle esigenze della democrazia. Serve altro, per capire che la battaglia "Pro Cash" è impellente, giusta, necessaria e urgente?