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Pensiero e Idee 13-04-2023

L'ECOLOGISMO ANTIUMANO DI GRETINI E ANIMALISTI

Uno dei fronti di combattimento dell'eversione rivoluzionaria è l'ecologismo che si manifesta prevalentemente su due piani: l'ambientalismo e l'animalismo, uniti dal fatto di contestare il ruolo di custode dell'uomo, inteso come creatura nella Natura creata per lui.

 

 

Alcuni fatti di cronaca recenti parlano degli "ecovandali", ovvero di quel movimento che si definisce "Ultima generazione" che deturpa monumenti e opere d'arte per attirare l'attenzione sulla tutela dell'ambiente, a loro dire minacciato di distruzione prossima per colpa dell'attività umana; e parlano anche della proliferazione artificiale di lupi e orsi, reintrodotti dove erano estinti da secoli dall'azione del WWF e associazioni affini, e divenuti una grave minaccia per gli allevamenti o addirittura per l'uomo, fino all'uccisione di un giovane di 26 anni in Trentino da parte di un plantigrado.

Quello che voglio mettere in evidenza con questo articolo è la correlazione fra i due movimenti culturali, quello ambientalista e quello animalista: si tratta dell'odio verso l'essere umano e del rovesciamento dell'ordine delle cose stabilito in millenni di civiltà, corroborato sia dalla riflessione filosofica greco-romana che da quella religiosa cristiana.

Se rimaniamo in ambito filosofico, già gli antichi Greci avevano stabilito una gerarchia di importanza fra gli enti, mettendo gli enti inanimati dopo quelli viventi, e tra quelli viventi ponendo i vegetali dopo gli animali, e gli animali dopo l'essere umano dotato di consapevolezza e intelligenza. Da questo ordine gerarchico furono tratti anche gli orientamenti etici conseguenti, rimanendo nell'ambito del rispetto della Natura e del suo ordine da preservare.

Se entriamo nell'ambito religioso di matrice biblica, l'orientamento è da sempre quello di considerare la Natura come creazione voluta da Dio creatore come atto d'amore fecondo, finalizzato a dare in sovrabbondanza all'essere umano ciò di cui necessita per il corpo e per lo spirito, in quanto l'essere umano è il vertice della creazione perché fatto a immagine e somiglianza di Dio per il dono dell'intelletto e per la ricevuta capacità d'amare; l'essere umano, in cambio, è nominato custode della creazione ed ha la responsabilità di preservarla intatta e di rispettarne l'ordine. In questo ordine l'essere umano deve sviluppare rapporti d'uso e di cura con le creature, servendosene per il necessario senza abusarne oltre misura.

Al giorno d'oggi, dopo secoli di fermentazione e di sviluppo più evidente in altri ambiti, il pensiero eversivo ha sviluppato un modello che fa da contraltare a queste impostazioni. Innanzitutto l'essere umano non è considerato gerarchicamente superiore agli altri enti, anzi è spesso considerato un elemento patogeno, come una specie di malattia o minaccia per l'ambiente e per gli altri esseri viventi; non ha alcuna dignità di origine divina, viene addirittura contrapposto alla Natura come se fosse ad essa alieno e come se dovesse vivere confinato negli spazi riservati alla Tecnica, come le città, interagendo con l'ambiente solo nella misura meno impattante possibile. Nel pensiero di questo tipo portato agli estremi viene proposta anche la tesi che se, addirittura, la popolazione mondiale di esseri umani venisse ridotta a meno di un decimo di quella attuale, sarebbe un bene per l'ambiente. Come se l'ambiente fosse un ente morale in modo slegato dall'uomo e come se il concetto di bene non si dovesse più applicare all'uomo, se non in maniera del tutto subordinata.

La matrice propriamente satanica di questo pensiero è evidente, se per Satana si intende correttamente "l'avversario", il Nemico del Creatore e della creazione. Tanto più è evidente quando si sentono innumerevoli commenti di persone che, poste davanti all'alternativa, difendono l'orso omicida anziché la posizione di chi difende la vita umana dalla minaccia delle bestie; ancor di più quando, apparentemente mediando, i nemici dell'uomo sostengono la separazione fra ambiente naturale spettante agli animali e ambiente civile dove confinare gli uomini.

La verità è però sempre la stessa: l'uomo non deve abusare della Natura, per esempio sfruttando in modo intensivo agricoltura e allevamento a puro scopo di profitto, ma l'uomo ha diritto di vivere nella natura e di servirsi delle altre creature tutelando la propria incolumità, come ha sempre fatto. La regola buona è perennemente quella delineata per ogni cosa dagli antichi: EST MODUS IN REBUS facendo uso della RECTA RATIO QUI EST REGULA ET MENSURA. Ma nel mondo occidentale attuale dominato dagli eretici protestanti anglosassoni il Latino non è più compreso, men che meno le riflessioni provenienti dalla cultura che quella lingua sostanziò sia nell'antichità pagana che nel Millennio Cristiano (500 - 1500 d.C.). La conseguenza, ovvia, è vedere ebeti con barba e occhiali accompagnati da grassocce con capelli tinti di viola e anelli al naso mentre imbrattano monumenti, o mentre si sdraiano per terra in mezzo alle strade per protestare contro le emissioni di CO2 non di Paesi come Cina, USA e India, ma di Paesi dallo scarsissimo impatto - al confronto - come quelli dell'Unione Europea; e tutti assieme li vedi a difendere lupi che divorano bestiame e minacciano bambini, orsi che uccidono persone, perfino gli infestanti cinghiali che devastano colture e proliferano in modo incontrollato. Lo slogan di queste persone spesso è "L'uomo merita l'estinzione!" e mi sento perfino di dire che ha una parte di verità: la parte che riguarda i "barbocchiali" e le "cicciotinte", portatori di queste ideologie ecologiste antiumane, ha effettivamente ha la mia approvazione.

 

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