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Pensiero e Idee 04-01-2023

La politica delle "5 esse" che piace ai piccolo borghesi

Mentre le forze progressiste, ormai tutte aderenti all'ideologia totalitaria del mondialismo, concentrano i loro sforzi sui temi che riguardano i fondamenti etici della civiltà con lo scopo di mutarla radicalmente, le forze politiche non progressiste non riescono a diventare un serio blocco conservatore per una grave deficienza culturale della base elettorale che li sostiene.

 

 

Quando mi trovo a riflettere sulle modalità di ricerca del consenso da parte dei partiti politici, non posso non notare come la situazione della Repubblica Italiana presenti un problema culturale profondissimo che impedisce di creare una Destra conservatrice seria, in contrapposizione alla Sinistra progressista.

Il problema si comincia a capire guardando le tematiche promosse dai progressisti, ormai tutti aderenti al totalitarismo mondialista delle élites apolidi o anglofone, che si concentrano su una strategia mirante a plasmare una civiltà nuova, attraverso la trasvalutazione di tutti i valori e la ridefinizione di un'etica al di là del bene e del male, prodotta in tempo reale secondo l'interesse dei nuovi padroni del mondo generati dalla finanza globalizzata. La proposta di Sinistra riguarda l'essere umano e i fondamenti della sua vita, privata e sociale, perfino del suo corpo, riguarda l'ambiente, l'organizzazione delle istituzioni su scala continentale e mondiale, vuole mischiare le popolazioni con l'immigrazione forzata, vuole cambiare l'alimentazione e la produzione del cibo, digitalizzare la moneta, programmare ogni ambito della vita dei singoli; tutto in un'ottica radicalmente scristianizzata e, quasi sempre, addirittura anticristiana. La base elettorale che segue questa cultura è molto indottrinata, militante, determinata e dedita alla causa che sostiene.

Nella controparte non è per nulla così. L'elettorato non progressista non è definibile in un unico perimetro conservatore perché è composto da una base eterogenea, poco istruita politicamente e poco interessata alla politica, dalla quale si aspetta solo che impedisca allo Stato di rompere le scatole, mentre dallo Stato vuole poche cose che potremmo contenere dentro quelle che io chiamo "le 5 esse". Non sono ovviamente le 5 stelle grilline, totalmente asservite alla componente più avanguardista del mondialismo, ma sono invece le pretese che la sottocultura piccolo borghese chiama "buon senso": Salute - Soldi - Sicurezza - Scuole - Strade. Ovvero l'ordinaria amministrazione.

Con una mentalità formata in una visione della vita che è tutta racchiusa in quella di trovarsi un lavoro, sposarsi, farsi una casa, avere dei figli, togliersi qualche soddisfazione in viaggi e consumi, godersi la pensione e avere accesso alle cure ospedaliere pagate con le tasse, standosene in santa pace, è normale che tutto quel che riguarda il resto, che è invece il centro della proposta progressista, non interessi affatto, se non in maniera difensiva nel momento in cui viene attaccato. E quando viene attaccato, emergono le contraddizioni e le differenze tra i componenti di questa vasta area, che è maggioranza nello Stato italiano se presa complessivamente, ma è assai differenziata al suo interno tra liberali (con i sottogruppi libertari e libertini), cattolici, anarchici, statalisti autoritari, individualisti e molto altro.

Cosicché questa "massa piccolo borghese" - come forse andrebbe correttamente definita citando Pasolini - completamente adeguata al modello economico e sociale del liberal-capitalismo a trazione americana, si compatta quando le forze progressiste vanno al potere e spingono troppo in là il limite da loro considerato accettabile delle riforme etiche e sociali, salvo poi ritirarsi nel tran tran quotidiano degli affari propri mentre governa la persona che loro hanno eletto per sentirsi al riparo, lasciando così capo libero alla riorganizzazione della presa del potere da parte dei progressisti che, invece, militano 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno.

Non è stato possibile per alcuno, finora, riuscire a conquistare l'interesse di questo elettorato sulle stesse tematiche della lotta rivoluzionaria in chiave controrivoluzionaria, per produrre un vero pensiero conservatore che si contrapponga al pensiero progressista, anche perché su molte tematiche etiche (aborto, eutanasia, fecondazione artificiale) i confini non sono più così netti come quando si parla di identità culturale, famiglia, sovranità, risparmio, tassazione, moneta, tutela dell'infanzia.

Si illude, lo dico con amarezza, chi pensa di creare una forza politica nuova che parli a queste folle di valori, di princìpi, di verità. La controprova è data dalla vita pubblica di Gesù Cristo: quando sanava i malati e quando sfamava i poveri, accorrevano a lui migliaia e migliaia di persone; ma quando, una volta sanati e sfamati, cominciava a parlare di conversione, di regole morali, di vita religiosa, di vita eterna, finiva sempre per rimanere con quelli della sua cerchia ristretta. E quando addirittura si è posto come riformatore della religione, i farisei ne hanno voluto la crocifissione.

"Sanità - Soldi - Sicurezza - Scuola - Strade": niente altro che questo interessa al popolino, oltre a un po' di svago e di divertimento. Come dicevano gli antichi latini: "panem et circenses". Prometti questo nel modo mediaticamente efficace e ti voteranno a frotte; azzardati a parlare di cose più complicate e sarà tanto se ti derubricheranno a "intellettuale", che per un piccolo borghese è un chiacchierone inutile più o meno simpatico; perché l'alternativa è che ti diano addosso, definendoti ciarlatano, disturbatore, arrogante, pallone gonfiato, bigotto, e tutto quel che di peggio può partorire il loro vocabolario ristretto a poche migliaia di parole.

Temo che la democrazia di massa sia un colossale fallimento e sono sicuro che l'unico modo per garantire un funzionamento della società su base democratica sia quello di ridurre le dimensioni degli enti territoriali sovrani, organizzarli in forma di repubblica e confederarli (non federarli, ma confederarli lasciandoli indipendenti) per dar vita ad aree omogenee culturalmente dove praticare il libero scambio e organizzare la difesa comune. Il resto, lo vediamo e sembra purtroppo irreversibile, si presta al dominio delle élites prodotte dal sistema finanziario globalizzato che tanto più comandano, quanto più vasti e minori di numero sono le repubbliche sovrane e indipendenti.

 

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