INTELLIGENZA ARTIFICIALE: LA "RES NOVA" DI OGGI
Papa Leone XIV, appena insediato, ha fatto riferimento alla sfida che l'umanità deve affrontare con l'avvento dell'Intelligenza Artificiale. Proviamo a definire i contorni della questione.

Con mirabile lungimiranza, papa Leone XIV ha scelto di inaugurare il proprio pontificato con un discorso che affonda lo sguardo nel cuore della nostra epoca: la rivoluzione digitale, e in particolare l’irrompere dell’Intelligenza Artificiale nella vita dell’uomo. Una scelta non soltanto opportuna, ma necessaria. Perché quella in cui ci troviamo immersi non è solo una trasformazione tecnologica, ma una vera e propria “res nova”, una novità radicale nella storia dell’umanità. E come ogni novità epocale, chiede discernimento, responsabilità e una guida autorevole capace di offrire punti fermi.
L’Intelligenza Artificiale non è buona o cattiva in sé: è uno strumento. E in quanto tale, dipende integralmente dall’uso che se ne fa. Può essere fonte di progresso, semplificazione, sollievo dalle fatiche inutili, di accesso più rapido a saperi un tempo riservati a pochi e raggiungibili solo con grande fatica. Ma può essere, con pari potenza, veicolo di falsificazione, calunnia, menzogna. E lo può essere in modo così sofisticato da rendere verosimile, credibile, persino “visivamente reale” ciò che reale non è.
Mai come oggi l’uomo rischia di perdere il contatto con la realtà. L’occhio e l’orecchio, che per secoli sono stati strumenti del vero, rischiano ora di diventare porte d’inganno. Il nostro senso della realtà – ciò che vediamo, ascoltiamo, percepiamo – può essere manipolato a tal punto da indurci a credere l’incredibile, a negare l’evidente, a cedere la nostra libertà di giudizio a ciò che semplicemente “sembra” plausibile.
Siamo dinanzi a una svolta antropologica senza precedenti. Una crisi dell’umano che si gioca non solo sul piano morale o sociale, ma persino ontologico. Chi è l’uomo, se non può più fidarsi dei suoi sensi? Chi è il prossimo, se l’immagine che abbiamo di lui può essere una simulazione creata da un algoritmo? Qual è la verità, se può essere imitata alla perfezione da una macchina?
Abbiamo bisogno, come cattolici e come uomini, di un punto di riferimento saldo, capace di guidarci in questo disorientamento. Leone XIV, uomo di profondi studi matematici e filosofici, ma soprattutto pastore illuminato dalla Grazia, ha tutte le caratteristiche per offrirci questa guida. La sua attenzione ai nodi epocali della storia non è casuale. Così come Leone XIII seppe leggere con acume teologico e giuridico le trasformazioni sociali della prima Rivoluzione Industriale, donandoci nel 1891 la straordinaria Rerum novarum, così ci auguriamo che Leone XIV possa offrirci una Rerum digitalium, una vera e propria dottrina sociale e antropologica cattolica dell’era dell’Intelligenza Artificiale.
Il mondo ha sete di verità e di orientamento. I cristiani non temono le sfide, ma sanno di non potervi rispondere senza la luce della fede. Papa Leone XIV sembra averlo capito sin dal primo momento: questo pontificato potrebbe davvero segnare una nuova fase del cattolicesimo, in cui la Tradizione confermi sempre di essere sia la fondamentale eredità del passato, sia il faro per affrontare il futuro, cominciando dal presente.
Che lo Spirito Santo illumini il cammino della Chiesa in questa nuova era di vertigine digitale. E che tutti noi, popolo credente, sappiamo riconoscere e seguire la voce del Buon Pastore anche quando parla, con intelligenza e prudenza, delle sfide più nuove.