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Pensiero e Idee 26-01-2024

FIDUCIA SUPPLICANS E STARE IN COMUNIONE

L'esercizio del ministero petrino da parte del signor Jorge Mario Bergoglio è cadenzato da documenti scandalosi, come Amoris Laetitia o Tradizionis Custodes, ai quali si è da poco aggiunto Fiducia Supplicans che ha scatenato la reazione di gran parte delle diocesi del mondo, soprattutto fuori dall'Occidente. Di fronte a un papa, ammesso che la Storia lo riconosca tale, che diffonde errori dottrinali così gravi si pone il problema della comunione ecclesiale per non cadere nella tentazione dello scisma.

 

 

Riprendo a scrivere sul mio sito dopo quasi 40 giorni di riflessione, in seguito alla pubblicazione di "Fiducia Supplicans", il nuovo documento emanato da "Bergoglio alias Francesco" (non sapendo se è legittimo, propendo per la "carriera alias" a partire proprio da questo documento) per mezzo di Tucho Fernandez, il suo pupillo nominato al vertice di quel dicastero che fu in passato il glorioso Sant'Uffizio.

Se "Amoris Laetitia" e "Traditionis custodes" avevano scandalizzato per la portata teologica e pastorale soprattutto le persone dotate di istruzione e cultura religiosa cattolica, le quali erano rabbrividite anche di fronte a "Laudato sii" e "Fratelli tutti" per la clamorosa sintonia politica con l'agenda globalista, "Fiducia Supplicans" ha veramente fatto traboccare il vaso della pazienza di gran parte dei fedeli del mondo, almeno di quelli che non sono cattolici solo per abitudine o per convenienza.

Non entro neanche nel merito della scandalosa impostazione di fondo che rinnega il peccato e pretende di accogliere, in contrasto con quanto insegnato esplicitamente da Nostro Signore Gesù Cristo, soprattutto nel celebre "Discorso della Montagna", anche il male assieme al bene all'insegna di quel "todos todos todos" che è lo slogan caratteristico del sincretismo bergogliano. Preferisco qui affrontare il problema di come si possa porre un cattolico che voglia rimanere nella Chiesa anche se i vertici sono corrotti dalla menzogna e fomentano la divisione, in attesa che Bergoglio muoia e di capire come evolva la situazione del papato, questione problematica sia per le modalità con cui Bergoglio è salito sul Soglio Petrino, sia per le sue reiterate esternazioni contrarie ai fondamenti della fede della Chiesa.

Non avendo la presunzione di poter parlare per tutti, che già per me stesso è un problema trovare un equilibrio, mi limito a esternare quel che io penso sia giusto per me e per chi si ritrova con il mio atteggiamento e pensiero.

Comincio dalla cosa più importante: io non sono scismatico. Io non ritengo che uscire dalla Chiesa e fondare comunità che si ritengono detentrici della purezza e della "vera Tradizione" sia un comportamento coerente con la Verità, che è Cristo stesso. Anche se il clero è in gran parte corrotto, anche se molti fedeli si sono protestantizzati, anche se l'errore è diffuso e imperante, un battezzato fedele a Cristo rimane nella Chiesa come fece S. Atanasio all'epoca dell'eresia ariana, per difendere la vera fede. E io credo che il modo di farlo sia quello di riscoprire il significato più vero di comunione nella Chiesa apostolica e cattolica, in sintonia con la Sacra Scrittura, con la Tradizione bimillenaria, con i Padri e con i Dottori della Chiesa, e attualmente con i cardinali e i vescovi che dimostrano questo medesimo approccio.

Pertanto io affermo di riconoscere come validi tutti i Concìli della Chiesa per le definizioni dogmatiche, dal primo all'ultimo, senza esclusioni o preferenze, storicizzando invece le pronunce pastorali che non impegnano il battezzato in questioni di fede (è il caso - per esempio - di tutto il Concilio Vaticano II che io accetto dal punto di vista storico e pastorale, per il tempo in cui può essere servito, sapendo che non è un Concilio dogmatico come altri e può venire consegnato alla Storia domattina stessa). Affermo di credere nella Tradizione della Chiesa e nella Sacra Scrittura così come è stata formata, interpretata e insegnata dalla Chiesa nei secoli sotto l'influsso vivificante dello Spirito Santo. Dichiaro di essere aderente agli insegnamenti dei Padri della Chiesa e dei Dottori della Chiesa nella misura in cui questi insegnamenti sono ritenuti parte della Dottrina cattolica.

Per quanto riguarda la Chiesa recente e attuale, io riconosco in importanti cardinali di tutta la Terra sentimenti e orientamenti di fede del tutto simili ai miei, e in particolare, a titolo esemplificativo:

Sono in comunione con il caro, santo martire, venerando Cardinale Zen, simbolo estremo della fede cattolica in Asia.
Sono in comunione col Cardinale Sarah, figlio emerito della carissima Africa e uomo dalla fede semplice e genuina.
Sono in comunione col Cardinale Burke, espressione migliore della fede cattolica in America, testimone della Verità in mezzo alla degenerata eresia protestante.
Sono in comunione col Vescovo Schneider, espressione della cattolicità di matrice europea trapiantata nel mondo di cultura russa.
Ero in comunione col Cardinale Pell, campione perseguitato del cattolicesimo in Oceania.
Ed ero in comunione con il Cardinale Biffi, maestro della fede e emerito della teologia, in sintonia con il vero progresso rimanendo radicato nella Tradizione.
Si tratta di tutti e cinque i continenti, più l'Italia (o viceversa, data l'elezione storica provvidenziale di Roma a sede del papato fin da san Pietro), dunque è salva la cattolicità in modo lampante, è salva l'apostolicità, è salva la Tradizione, è salva la comunione, è salva l'ortodossia.
 
Qualcuno dirà: ma con Bergoglio come la metti? Da storico non posso omettere di considerare che ci sono già stati, nella Storia della Chiesa, uomini che a lungo sono stati considerati papi legittimi e regnanti, ma poi sono stati invece consegnati alla memoria come antipapi. Io non posso dire con certezza che per "Bergoglio alias Francesco" accadrà quello che è già accaduto diverse volte in passato, ma posso dire con certezza che egli insegna cose inequivocabilmente contrarie alla Scrittura, alla Tradizione e al "sensus fidei" comune. Gli esempi sono decine e decine, anche al di fuori dei documenti citati all'inizio di questo scritto. Pertanto io mi rifugio nella liturgia tradizionale, alle preghiere di sempre, ai sacramenti, al principio dogmatico tridentino "ex opere operato" per quanto riguarda ogni aspetto sacramentale e liturgico, e confido nella clemenza del Signore che legge nel cuore di ciascuno e saprà distinguere le intenzioni buone da quelle cattive, così come gli errori commessi in buona fede da quelli commessi in malafede. Confido nel Giudizio e nella Giustizia divini, con cuore disposto ad accogliere la Verità che lo Spirito Santo, che mi ha elargito il dono dell'Intelletto, saprà suscitare in me.
 

 

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