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Pensiero e Idee 28-11-2024

DAVOS 2025: IL PROGETTO TECNOCRATICO AVANZA

Fissata nel periodo 20-24 gennaio la consueta sessione annua del World Economic Forum che quest'anno avrà come tema centrale l'Intelligenza Artificiale e le sue applicazioni per uniformare il mondo ai piani del WEF

 

 

Con un comunicato firmato da Klaus Schwab - storico Patron del World Economic Forum fin dalla fondazione, nel 1971 - è apparso sul sito ufficiale del WEF l'annuncio relativo alla sessione pubblica annua dei lavori del Meeting di Davos, con la tradizionale cadenza nel mese di Gennaio: essa avrà luogo nel periodo 20-24 gennaio 2025 e avrà come tema "Collaboration for the Intelligent Age" che, con la pomposità tipica di chi come Schwab si sente artefice sommo della Storia, vorrebbe annunciare l'inizio di una nuova epoca con un nome scritto appunto in maiuscolo, l'Età (evo, epoca) Intelligente (in italiano si coglie meno la sfumatura, ma nella storiografia in lingua inglese è chiaro l'uso di "Age" con il significato di "Epoca").

Attenzione, perché le parole sono strumenti per dare un significato: non "Età dell'Intelligenza", ma "Età Intelligente", e di quale intelligenza si tratti è tutto da spiegare, così come è da capire in cosa consista la "collaborazione per" dar compimento a quest'idea. Vediamo dunque di spiegare l'approccio che emerge dalle parole di Schwab e dai contenuti del sito ufficiale del WEF.

Nel presentare i lavori e gli scopi del prossimo Meeting, si parte facendo riferimento alla già ampiamente descritta e tratteggiata "Quarta Rivoluzione Industriale" (titolo di un libro di Schwab del decennio scorso) che è quella cibernetica, ovvero il varo del cosiddetto "internet delle cose e delle persone" che porta alla fusione degli elementi tecnici, biologici e virtuali, per modificare il lavoro e la produzione, nonché la vita delle persone, in modo irreversibile. Tale cambiamento epocale deve venire concepito secondo le parole d'ordine storiche del WEF: sostenibilità ambientale e climatica, resilienza, uguaglianza, uniformità, e deve naturalmente interessare ogni aspetto della vita umana, compresi i modi di vivere e abitare la Terra, di come e cosa consumare e, ovviamente (perché lì si va a parare alla fine) di come organizzare politicamente la società in ogni parte del Globo.

Non è un caso, anche se in apparenza sembra una cosa da lasciare sullo sfondo nel discorso di Schwab, che uno dei temi soggiacenti ai lavori sia quello degli "shock geopolitici" ai quali far fronte, perché risultano d'intralcio all'attuazione dell'Agenda, e nessuno mi toglie dalla testa che l'elezione di Trump, avvenuta poco tempo prima del comunicato ufficiale, abbia fatto reimpostare l'intera comunicazione al portavoce dell'élite globalista. Non è un caso, dicevo, perché tutta l'attività del WEF mira al "Grande Reset", obiettivo annunciato proprio a Davos nel 2020, cioè alla completa riorganizzazione del sistema politico, economico e sociale del mondo intero, secondo i dettami del "capitalismo degli stakeholders" (citazione letterale), cioè secondo i desideri e le esigenze dei "grandi portatori di interesse", che sono quell'élite che finanzia, sostiene e utilizza Davos come centro nevralgico per l'elaborazione delle strategie e come luogo per intessere le reti di relazioni che servono per conquistare il potere e transitare dalla democrazia, giudicata ormai obsoleta, alla tecnocrazia elitaria, passando per il progressivo depotenziamento degli Stati in vista di una futura loro abolizione. Niente di nuovo, ma vale la pena ricordarlo e far luce su come sta operando il WEF in questa direzione.

Il clima, dicevamo, con tutta la retorica sulla CO2 è lo specchietto per le allodole che serve a indossare il costume da supereroi che si battono per salvare il mondo da distruzione sicura e per ottenere il favore di giovani e ingenui di ogni età. La retorica perpetua sulla salute, con riferimento alla produzione sostenibile del cibo da un lato e alla diffusione dei vaccini da un altro, serve invece a creare un rapporto paternalista verso i futuri sudditi, non più cittadini, ai quali bisogna somministrare anche una buona dose di retorica sulla sicurezza, da garantire attraverso la tecnologia e il controllo perpetuo. Le Smart Cities costruite secondo i nuovi dettami urbanistici e l'eliminazione del contante seguono questa logica dal punto di vista pratico, mentre dal punto di vista spirituale l'elevazione della Scienza a totem religioso, verso cui provare acritica devozione, lo fa in modo ancor più subdolo per attuare i piani delle industrie farmaceutiche che, non per niente, sono grandi contributrici del WEF.

In tutto ciò arriva l'Intelligenza Artificiale a chiudere il cerchio e chiunque non sia privo di fantasia o di razionalità riesce bene a fare due più due uguale a quattro, pensando al Green Pass, all'ID Wallet, ai sistemi di controllo biometrico in rapida diffusione. La vita che lor signori, autodefinitisi "stakeholders" perché "élite" suona ambiguo e "oligarchi" suona addirittura male, hanno progettato per tutti consiste nel loro trionfo economico, politico ed esistenziale, mentre per tutti noi altri è progettato un pascolo recintato nelle "15 minutes smart cities" nutriti di mangimi ecosostenibili, imbottiti di informazioni ripulite dalla "disinformazione" (cioè da ogni cosa che contrasti con la versione propinata dal Potere) e distratti da sport, connessione web perpetua e gossip vario, tutti rigorosamente vaccinati e con nascite e morti sotto il controllo della Tecnica, dalla fecondazione artificiale alla gravidanza surrogata, dall'aborto all'eutanasia su richiesta o, più avanti, a tempo preordinato dalla legge. Una prigione senza sbarre, a cielo aperto, una specie di "Panopticon" nel quale ciascuno deve venire educato ad essere felice di quell'orizzonte, l'unico possibile per chi non è "stakeholder".

Non ci credete? Andate sul sito del WEF e guardate le aree tematiche di sviluppo dei lavori, che ora andrò ad elencare, e poi unite i puntini se avete l'intelligenza naturale sufficiente a far senza di quella artificiale. Il disegno compare da solo, chiaro, netto, evidente.

Le aree di lavoro, ovviamente nel nome della preservazione del clima, della sostenibilità dell'economia, della cura dell'ambiente, dell'accesso alle informazioni e all'istruzione, nonché della salubrità di aria, acqua e cibo (ci mancherebbe altro!), sono le seguenti 10, denominate "Centri per le sfide globali":

- Centro per Regioni, Commercio e Geopolitica

- Centro per la Quarta Rivoluzione Industriale

- Centro per la New Economy e la Società

- Centro per l'Energia e le Materie Prime

- Centro per la Salute e i Sistemi Sanitari

- Centro per la Cybersicurezza

- Centro per la Natura e il Clima

- Centro per i Sistemi Finanziari e Monetari

- Centro per la Manifattura Avanzata e per le Catene di Distribuzione e Fornitura

- Centro per la Trasformazione Urbana

Mentre la gente dorme, pensa agli affari propri o si scanna per questioni marginali o per scemenze create apposta per spostare l'attenzione, lor signori progettano il mondo del futuro che loro vogliono e finanziano guerre, organizzano movimenti politici, influenzano tribunali, dirigono l'attività delle banche, controllano i mass media. Te lo dicono pure, dai loro siti ufficiali. E ti dicono anche per chi votare, organizzando il finto teatrino di "progressisti contro sovranisti", ma soprattutto ti dicono per chi non votare mai: mai devi votare per chi esce dalla logica del teatrino e si propone di mettere in discussione l'Agenda degli "stakeholders", e su questo cerca consenso. Questo lo chiamano "voto inutile" e la quasi totalità di chi ancora vota obbedisce a questa disposizione.

 

 

 

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