COME RESISTERE AL "GREAT RESET"
A lungo etichettato come "Teoria del complotto" formulata da disadattati cospirazionisti, oggi che è apertamente promosso come obiettivo dal World Economic Forum in sintonia con l'Agenda 2030 dell'ONU, il Great Reset è finalmente qualcosa di cui si può parlare, anche se il suprematismo ideologico della Sinistra mondialista non ammette che lo si faccia in modo critico. E appunto per questo io, che ne parlo da anni, continuo a oppormi.
Nel romanzo "1984" di George Orwell c'era Winston Smith, il protagonista, che di lavoro faceva il correttore dei giornali del passato per conformarli alla narrazione del presente fatta dal partito unico al potere, in modo che chi volesse consultare le fonti per una verifica trovasse conferma della coerenza e fondatezza del pensiero espresso dal Governo. Oggi c'è Wikipedia, la fonte privilegiata dei depensanti omologati al suprematismo mondialista, che offre alle menti libere e attente lo stesso scenario orwelliano, con le voci riguardanti politica e pensiero che vengono modificate e adeguate progressivamente a quella narrazione utile ad affermare la visione del mondo dell'élite mondialista.
Un esempio di quanto sto affermando è dato dalla voce "Grande Reset" che fino al 2019 era definita come una panzana cospirazionista formulata dai "teorici del complotto" e che ora viene invece descritta, in modo molto generico, nei suoi contenuti e nelle sue linee programmatiche, lasciando ancora qualche riga al disprezzo verso chi - definito di estrema destra sovranista, cioè una via di mezzo fra un mostro e un idiota nel lessico mondialista - la distorcerebbe per dare sostanza all'opposizione contro il "Nuovo Ordine Mondiale"; altra voce, questa, che nel frattempo sta cambiando su Wikipedia nella stessa identica maniera.
Sta di fatto che il Great Reset è diventato uno dei temi dominanti al World Economic Forum, una delle organizzazioni più potenti di cui l'élite mondialista si serve per indirizzare la politica degli Stati nel modo desiderato, con il patron del WEF herr Klaus Schwab e addirittura Re Carlo III d'Inghilterra nel ruolo di promotori. Sarà allora il caso di svelare cosa è ancora velato dietro le parole di facciata, dopodiché cercherò di delineare la modalità della resistenza contro questo piano diabolico in piena attuazione che ha avuto un'accelerazione perentoria con l'opportunità - così l'ha definita proprio K. Schwab nel suo libro "Covid-19: the Great Reset" - costituita dall'emergenza sanitaria degli ultimi 3 anni.
In estrema sintesi, il Great Reset consiste nel piano di ridefinizione e riorganizzazione su nuovi presupposti della società occidentale prima e mondiale poi. I fondamenti ideologici sono la cosiddetta "quarta rivoluzione industriale" (o transizione cibernetica) e il "cambiamento climatico" che imporrebbero un'evoluzione del sistema economico dal capitalismo degli "shareholders" (gli azionisti, cioè la proprietà diffusa) al capitalismo degli "stakeholders" (i portatori d'interessi, cioè l'élite finanziaria), con il conseguente adeguamento delle istituzioni politiche che dovrebbero compiere una transizione, tramite un processo dove la tecnologia digitale ha un ruolo fondamentale, dalla democrazia fondata sulla responsabilità dei cittadini che eleggono i loro rappresentanti per governare alla tecnocrazia fondata sul controllo da parte dell'élite che per governare nomina i propri funzionari. Per fare accettare una tale transizione inaccettabile è necessario un clima di emergenze dovute a crisi ripetute e continue: climatica, sanitaria, bellica, economica, energetica e via dicendo. In tal modo si abituerà la gente a un sistema dove il Governo ha poteri speciali e dove le decisioni vengono prese a un livello globale superiore a quello degli Stati, i quali dovranno sottomettersi alle decisioni prese "per il bene del pianeta".
L'obiettivo, noto da tanto tempo a chiunque conosca la Rivoluzione come categoria storica e ne conosca i promotori, è l'instaurazione del Governo Mondiale, quel New World Order perseguito dalle élites statunitensi fin dalla fondazione degli USA, di comune accordo con quelle di Inghilterra e Francia, con l'aggiunta di un altro Stato di recente formazione storica di cui non si può mai parlare in termini critici senza venire accusati delle peggiori infamie. Il programma attuativo è quello dettato dall'Agenda 2030 dell'ONU, al netto del linguaggio per giovani allocchi che, se decriptato - magari lo farò prossimamente - rivela esattamente dove ci vogliono portare con le loro "transizioni": ecologica (green economy), digitale (controllo sociale in stile cinese), istituzionale (tecnocrazia), alimentare (monopolio nella produzione del cibo), sanitaria (vaccinazioni continue), urbana (abolizione proprietà privata diffusa per concentrarla nelle mani dell'élite), abitativa (Dio sa cos'hanno in mente con i "moduli abitativi condivisi"). In pratica, l'umanità ridotta a bestiame d'allevamento, con spazi circoscritti, orari predefiniti e vita programmata in ogni aspetto: riproduttivo, alimentare, sanitario, sociale, culturale. Questa è la realtà velata dietro le belle parole da "Ministero della Verità" o da "Ministero dell'Amore" (sempre citando l'opera di Orwell) dell'Agenda 2030 e del Great Reset.
Come opporsi? Prima bisogna capire bene i termini qui sommariamente descritti e poi agire per boicottare ogni singola cosa e fare l'esatto contrario delle istanze promosse dai mondialisti. Innanzitutto va saputo che essi hanno dei partiti politici che ne promuovono l'agenda e in Italia essi sono il Partito Democratico, in primis, e poi anche il più piccolo "+Europa" (Emma Bonino si è vantata in TV dei finanzamenti lauti ricevuti da George Soros, uno dei membri dell'élite): basta sentire cosa dicono e fare il GIUSTO CONTRARIO, perché è giusto ciò che è contrario a ogni singola cosa che propongono. Poi bisogna evitare di cadere nell'errore di sostenere i partiti nazionalisti o sovranisti, utili solo a contenere il dissenso quando diventa eccessivo, ma pronti a tornare all'opposizione quando la pressione scende. Bisogna invece dar vita a un'alleanza antimondialista che sia innanzitutto vissuta nel quotidiano, con il boicottaggio sistematico di ogni azienda, prodotto, trasmissione TV, artista, evento pubblico che veicoli l'ideologia mondialista; bisogna inoltre contrastare e contestare punto su punto la narrazione "mainstream" promossa dai mass media, tutti asserviti al potere finanziario dell'élite che sta facendo piombare l'Occidente in un sistema dittatoriale peggiore delle distopie romanzesche o cinematografiche. Ma soprattutto bisogna tornare ai fondamenti che la Rivoluzione ha attaccato per sovvertirli e per fare questo è necessaria una Controrivoluzione che non può essere altro da una riscoperta della Tradizione e delle radici spirituali e morali della nostra civiltà e della nostra cultura. Ovvero la riscoperta del Cristianesimo autentico, ripulito dalla degenerazione post sessantottina a cui un clero corrotto l'ha progressivamente sottoposto, fino alla marcescenza manifesta conclamatasi a partire da quel disgraziatissimo "Buonasera" del 13 marzo 2013.